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Epidemia di Escherichia coli: i cetrioli non c’entrano

Allarme rientrato, i cetrioli non sono la causa dell’epidemia di Escherichia coli. Ad annunciarlo è l’Istituto di Amburgo che proprio la settimana scorsa aveva indicato questi ortaggi come il principale vettore del contagio. Secondo il Ministro della Sanità della Città-Stato Cornelia Pruefer-Storcks, i batteri trovati nelle analisi sui cetrioli spagnoli sarebbero diversi dagli Ehec, l’Escherichia coli enteroemorragica che avrebbe causato la morte di 16 persone, ma si tratterebbe di una diversa specie, l’E. Coli Vtec O104.

A dir la verità le analisi non sono complete, ma quelle effettuate finora sia sui cetrioli spagnoli che su quelli olandesi sono risultate sempre negative. Intanto, secondo l’European Centre of Disease Control and Prevention, finora i casi accertati di contagio dall’Escherichia coli avvenuti al di fuori della Germania risultano soltanto in persone che avevano viaggiato, nei giorni precedenti, nelle regioni tedesche colpite.

La causa dell’infezione continua a rimanere sconosciuta. Il veicolo dell’infezione non è ancora stato identificato, l’ipotesi più probabile è che il cibo contaminato sia la fonte dell’infezione, mentre non ci sono indicazioni che il latte o la carne siano associati all’epidemia

ha affermato il Ministro. Ci sono già circa 400 casi accertati del contagio in mezz’Europa, ma quelli sospettati sono oltre il migliaio (circa 1.400), mentre le vittime sarebbero 16, di cui 15 in Germania ed una in Svezia.

Intanto in Italia già si prendono provvedimenti, e l’appello dell’Associazione dei Consumatori è stato accolto nei giorni scorsi, quando sono partiti i primi sequestri. Sono circa 9 i quintali di cetrioli, provenienti dalla Spagna, che sono stati sequestrati in via preventiva, i quali ora verranno portati presso i laboratori per i controlli. In ogni caso

la trasmissione dell’infezione si può escludere adottando e mantenendo regole di igiene, come quella di lavare accuratamente le mani, la frutta e la verdura

ha specificato il Ministro Fazio, una buona abitudine da adottare anche in assenza di pericolose epidemie.

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[Fonti: Corriere della Sera; Repubblica]