Non è questione di “orecchio“, ma di cervello. Negli stonati, il cervello non riesce a coordinare bene le aree uditive con le aree motorie della laringe. I suoni vengono percepiti nel modo corretto, ma poi non vengono tradotti adeguatamente in movimenti della laringe e quindi vengono riprodotti nel modo sbagliato.
A rivelarlo sono i recenti studi di Steven Brown (Dipartimento di Psicologia dell’Università Simon Fraser, di Burnaby – Canada), che li illustrerà a Montreal in occasione del convegno “Neuroscienze e Musica III – Disorders and Plasticità”, organizzato dalla Fondazione Mariani.
La teoria, se da una parte “giustifica” le persone stonate che quindi non hanno responsabilità sulle loro sgradevoli emissioni sonore, toglierebbe però alle stesse quasi ogni speranza di poter migliorare le proprie performances.
Anche se è opinione comune presso gli insegnanti di canto, che, con un opportuno lavoro soprattutto sulla respirazione responsabile dei movimento della laringe, e quindi delle corde vocali, sia possibile “educare” anche voci tendenzialmente negate.