Iperplasia Prostatica
Si parla di iperplasia prostatica nel momento in cui la prostata di un uomo si ingrossa. Più precisamente non è la prostata che si ingrossa, ma le ghiandole che si trovano all’interno dell’uretra, la quale passa all’interno della prostata. Per semplificazione continueremo nell’articolo a parlare di prostata ingrossata. Questa condizione può causare difficoltà nell’urinazione, ma non sempre si tratta di tumori. Anche quando la causa è un tumore, molto spesso esso è benigno, cioè non si diffonde ad altri organi e non crea metastasi. Si tratta della più comune malattia dell’invecchiamento maschile e di solito, nonostante possa cominciare a svilupparsi dopo i 30 anni, non crea mai problemi prima dei 55 anni di età.
CAUSE: Non sempre le ragioni dell’iperplasia prostatica sono chiare. La tesi più accreditata è che essa sia dovuta ai cambiamenti ormonali conseguenti al normale processo di invecchiamento. La maggiore concentrazione di estrogeni può influire sulla crescita delle cellule all’interno della prostata. Un’altra causa ritenuta possibile è l’infiammazione delle ghiandole dovuta a continue urinazioni ed eiaculazioni.
SINTOMI: I sintomi dell’iperplasia possono spesso essere confusi con quelli del cancro alla prostata, essendo molto simili. E’ importante sapere però che le due condizioni non sono collegate. I sintomi più comuni sono:
- Ingrossamento della prostata;
- Difficoltà di urinazione (aumentata frequenza fino alla disuria);
- Diminuzione del calibro e della forza del getto urinario (in una seconda fase);
- Ritenzione cronica;
- Infezione urinaria (terza e ultima fase).
DIAGNOSI: Oltre alla rilevazione dell’ingossamento prostatico, il medico potrà effettuare anche:
- Esplorazione rettale (per palpare la ghiandola prostatica);
- Ecografia transrettale;
- Antigene prostatico specifico;
- Flussimetria;
- Analisi delle urine (con sintomi irritativi).
TERAPIA: Non esistono cure per migliorare l’iperplasia prostatica, l’unico modo per eliminarla è un intervento chirurgico. I trattamenti variano a seconda della forma fisica del paziente e dalla grandezza della prostata. Dopo l’intervento è possibile assumere alcuni farmaci per lungo tempo, a volte per tutta la vita. Questi farmaci possono essere ormonali, muscolari per il canale urinario o sostanze naturali di origine vegetale per rimediare ad alcune infiammazioni. In genere si dividono in due categorie, inibitori della 5 alfa reduttasi e alfa litici. Le operazioni che possono essere effettuate sono:
- Adenomectomia (solo per le prostate molto ingrossate);
- Resezione endoscopica transuretrale (senza tagliare l’addome, si inserisce uno strumento nel canale urinario attraverso il pene, per le prostate medio/piccole);
- Laser (distrugge la prostata);
- Stent prostatici;
- Ablazione termica prostatica transuretrale con radiofrequenza (una nuova tecnica mini-invasiva).
PROGNOSI: Dopo l’intervento, ma anche per evitare l’insorgere della condizione o l’aggravamento dei sintomi, bisogna evitare cibi piccanti e alcolici. E’ importante anche limitare gli eccessi sessuali e i viaggi lunghi a causa dell’irregolarità dei pasti. E’ possibile che ci sia bisogno di portare un catetere per qualche giorno dopo l’operazione. Se l’operazione è effettuata con il laser, la degenza dura in genere meno tempo rispetto agli altri metodi, soprattutto quelli che prevedono tagli addominali. In molti casi il problema alla prostata può tornare anche dopo l’operazione. La maggior parte dei pazienti può tornare a casa poche ore dopo l’operazione o nel giro di pochi giorni. Meglio non fare sforzi fisici per i primi tempi. Eventuali complicazioni possono essere impotenza, incontinenza e problemi collaterali all’intervento stesso.
Fonti: [www.nuovaitaliamedica.it; www.paulesu.it; www.teamsalute.it; www.roboticoncology-it.com]
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