Le piante rappresentano un bacino ricco di potenzialità per la medicina ancora tutto da scoprire. All’interno di molte erbe e piante, infatti, ci sono almeno 500 sostanze chimiche che potrebbero essere impiegate per realizzare nuovi farmaci. A sostenerlo, è il professor James S. Miller, Decano e Vice Presidente per la Scienza al Botanical Garden di New York, che alle piante e alle sostanze naturali in esse contenute ha dedicato 15 anni di studi.
Secondo l’esperto, nelle piante sono presenti almeno 3 volte di più delle sostanze sino ad oggi usate per la produzione di medicinali, che potrebbero essere utilizzate con successo per sviluppare nuovi farmaci efficaci. Per arrivare a questo dato, pubblicato su “Economic Botany” in un articolo dal titolo: The Discovery of Medicines from Plants: A Current Biological Perspective, il professor Miller ha preso in considerazione il rapporto tra il numero di farmaci che sono stati sviluppati a partire dalle piante e dalle erbe e il numero di piante che sono state selezionate per ottenere quei farmaci. In seguito, ha applicato questo rapporto al numero di specie vegetali che non sono ancora state analizzate dagli scienziati.
Fino ad oggi, si stima che il regno vegetale sia abitato da circa 350 mila specie diverse, di cui solo 2 mila sono state studiate a fondo e 60 mila parzialmente. Di fronte a questi “numeri”, perciò, non è difficile credere che vi sia ancora un grande potenziale nelle piante. Secondo l’esperto vi sono almeno 600 nuovi potenziali farmaci che si potrebbero scoprire se solo si studiassero le piante ancora sconosciute alla medicina, ma il numero resto comunque sottostimato.
Come dichiara il professor Miller:
Questi calcoli indicano che c’è un valore significativo nel continuare a studiare le piante per la scoperta di nuovi composti attivi utili in medicina. La biodiversità delle piante non si è ancora esaurita e vi è ancora un grande potenziale nel mondo vegetale.
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