Stanno facendo il giro del mondo le morti per l’ameba “mangia-cervello” che ha fatto un’altra vittima negli Stati Uniti, ma gli esperti rassicurano la popolazione italiana. Il nostro paese non sarebbe a rischio.
Purtroppo l’ameba mangia-cervello non è una leggenda metropolitana, ma un patogene tanto pericoloso quanto raro, fortunatamente, di cui si è venuti a sapere dell’esistenza solo nel 1986.
I virologi italiani però, non sono preoccupati, per il Balamuthia, il protozoo che ha ucciso un’altra persona sulla costa occidentale statunitense.
Questo patogeno uccide infatti molto spesso le scimmie, mentre non attacca l’uomo, se non in rari casi. Il problema è che, quando attacca, diventa letale.
Come attacca l’ameba
L’ameba attacca il cervello, creando gravi lesioni nell’arco di poco tempo. L’ultima vittima aveva inizialmente i sintomi di un’allergia, che si sono evoluti quasi subito in convulsioni e problemi di mobilità, in pochi giorni.
Quest’aggressione è tanto rara che i medici non riescono a diagnosticarla in tempo, tanto che per l’ultima vittima si era pensato ad un tumore al cervello. Una volta fatta la biopsia, la situazione era ormai compromessa, perché l’ameba provoca una degenerazione del cervello irrecuperabile.
La terapia esiste, ma va attuata per tempo, o non può essere efficacie. Per limitare i rischi, i medici sconsigliano fortemente i lavaggi nasali con acqua di rubinetto.
Secondo le indagini infatti, questo sarebbe il secondo caso riconducibile a questa causa, dopo quello della Louisiana. Se proprio si vuole fare un lavaggio con acqua, questa va prima sterilizzata, in quanto questa ameba vive nelle zone temperate, sia in acqua che nel terreno.
Può contaminare la rete idrica se mal tenuta. Come avvertono gli esperti infatti, l’organismo non lascia il suo habitat, come per altri protozoi, e la sua infezione è piuttosto casuale. Per quel che riguarda la salute pubblica, non rappresenta un pericolo, perché il Balamuthia non ama l’ambiente umano.
Per i ricercatori, i veri pericoli vengono dalla legionella, per le acque, molto più presente ne nostro continente rispetto all’ameba mangia-cervello. Infatti si contano solo due casi, e non nel nostro paese. Nel 1998 ci fu un caso nella Repubblica Ceca, e 8 anni dopo fu trovata in Portogallo.
Diverso il discorso americano, dove si sono riscontrati più casi. Inoltre non basta una sola ameba per attaccare il cervello, ma ne serve un’alta concentrazione.