Il decreto sanità è stato finalmente approvato dal Consiglio dei Ministri. Con molte stralciature ed alcune conferme. Quella più importante riguarda i medici di famiglia, che dalla pubblicazione della norma in Gazzetta Ufficiale dovranno essere disponibili per il malato sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro. Al contrario sparisce la tassa sulle bibite analcoliche zuccherate e sugli alcolici.
Il provvedimento, che inizialmente contava 27 articoli, ne possiede oggi 16. Misure urgenti per tutelare la salute degli italiani passate sulla scure di sindacati e politica. Per una volta forse è il caso di capire se è stato giusto intervenire così radicalmente su una bozza funzionale come quella presentata a fine agosto.
La tassa sulle bibite è sparita, lasciando però spazio a tutte quelle nuove regole che limitano gli spot dei giochi d’azzardo, e che introducono forti multe per chi vende sigarette ai minori. Non cambia nulla, o per lo meno continua a non essere specificato se in caso di attività sportiva amatoriale il certificato medico d’idoneità debba essere redatto da un medico sportivo o da quello di famiglia. Le società sportive saranno obbligate, senza distinzioni tra dilettantistiche o professioniste, di dotarsi di defibrillatore automatico, in modo tale da poter dare immediatamente assistenza in “incidenti” che richiedano la rianimazione dell’atleta. E se alcune norme relative all’aggiornamento del Prontuario dei medicinali sono scomparse insieme a quelle relative alle distanze minime tra farmacie, resta l’aggiornamento dei Lea (i livelli essenziali di assistenza) per malattie croniche, rare e ludopatie.
Per ciò che riguarda quest’ultime scende a 200 metri la distanza minima da scuole ed enti, ma viene introdotta la possibilità di chiusura temporanea dell’esercizio se dovessero essere rilevate all’interno situazioni di favoreggiamento di casi di gioco patologico.
Veniamo ora al cambiamento più importante e quello che fa più discutere le categorie: la reperibilità continua del medico di base. Viene infatti confermata dal decreto sanità l’assistenza garantita 24 ore su 24, attraverso le associazioni dei medici di base. Citiamo testualmente:
Viene demandata alle Regioni la disciplina delle unità complesse di cure primarie privilegiando la costituzione di reti di poliambulatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l’arco della giornata, nonché nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione [attraverso ambulatori che] operano in coordinamento e in collegamento telematico con le strutture ospedaliere, con la presenza di personale esercente altre professioni sanitarie già dipendente presso le medesime strutture, in posizione di comando ove il soggetto pubblico incaricato dell’assistenza territoriale sia diverso dalla struttura ospedaliera.
Semplificando si tratta della creazione di quegli studi assistenziali dove medici di famiglia, pediatri e altri specialisti devono coordinarsi per offrire un’assistenza di base coordinata ed organizzata al paziente, tagliando automaticamente gli ingolfamenti ai pronto soccorso della propria zona. Sarà la Regione a dover regolare l’accorpamento di queste specialità in strutture adeguatamente preparate all’assistenza secondo quanto stabilito dal decreto sanità.
Consiglio dei Ministri -5/9/2012
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