L’embolia cerebrale è una ostruzione di una vena o di una arteria determinata da un trombo che a sua volta può avere origini differenti e può essere causato da un coagulo di sangue o grasso, ma anche da bolle di aria o cellule tumorali. Per prevenire i rischi di embolia cerebrale esiste un dispositivo molto efficace, lo stent carotideo, che consente di mettere a fuoco con grande anticipo le condizioni considerate a rischio. Un ottimo strumento per la prevenzione, quindi, che ancora oggi è la migliore arma per ridurre i rischi di essere colpiti da embolia cerebrale.
La Terumo, importante azienda giapponese che produce device medicali, tra cui lo stent carotideo, ha scelto il Maria Cecilia Hospital di Cotignola, in provincia di Ravenna, per la sperimentazione clinica di questo apparecchio. Composto essenzialmente di due strati, uno esterno a maglie più larghe e uno interno ad intreccio più fitto, lo stent carotideo giapponese – rispetto ai dispositivi tradizionali – consente una più efficace copertura della placca aterosclerotica e riduce allo stesso tempo la probabilità che l’ammasso lipidico (quello che viene comunemente chiamato colesterolo) attraversi lo stent e vada a occludere nuovamente il vaso sanguigno aumentando i rischi nel paziente. Ancora, lo stent impedisce anche che un frammento di ammasso lipidico si stacchi dalla parete causando embolia e dunque si rivela particolarmente utile anche in ottica preventiva.
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I sintomi della embolia cerebrale, infatti, molto spesso i confondono con quelli di altre condizioni e raramente si rivelano un campanello di allarme importante per prevenire i rischi legati a questo disturbo. Tra i segnali più comuni e/o gravi troviamo dolore toracico, tachicardia e vertigini, tosse con presenza di sangue, mancanza di respiro fino alla perdita di coscienza.
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