Un nuovo ciclone si abbatte sulla sanità pubblica e privata. 67 medici specialisti, tra endocrinologi, pediatri e nefrologi, sparsi in tutta Italia, prescrivevano ormoni della crescita a bambini, pazienti diabetici e non solo, in cambio di favori: soldi, regali, viaggi, gioielli e addirittura tablet ed elettrodomestici. Nello scandalo sono coinvolte anche diverse associazioni onlus e società congressuali, che fungevano da copertura, e 12 dipendenti di una nota azienda farmaceutica (dovrebbe essere la Sandoz, specializzata in farmaci per la crescita).
In queste ore i carabinieri dei Nas (Nucleo Operativo a tutela della Salute) e dei comandi provinciali di 15 regioni stanno eseguendo perquisizioni a tappeto presso le abitazioni e gli ambulatori dei medici indagati. L’indagine (operazione “Do ut des”) è partita circa 2 anni fa e sembra che oggi sia finalmente arrivata ad una svolta.
Le ipotesi di reato sono varie, tra cui associazione a delinquere, corruzione, istigazione, truffa ai danni del servizio sanitario nazionale, falso e possibili danni alla salute. L’azienda farmaceutica coinvolta nello scandalo sarebbe la Sandoz, ma fa sapere di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte delle autorità inquirenti.
Come ha chiarito in una nota:
L’azienda non può escludere che tali attività siano riconducibili all’indagine avviata nel giugno 2011 dalla procura di Busto Arsizio. Sandoz ha sempre collaborato pienamente con le autorità inquirenti nell’ambito dell’indagine di Busto Arsizio e ha adottato le più severe misure disciplinari nei confronti dei dipendenti coinvolti. L’azienda ha inoltre avviato nuovi ed ancora più stringenti controlli interni. L’indagine di Busto Arsizio è ancora pendente; pertanto per policy, Sandoz non rilascia commenti sui procedimenti ancora in corso.
Ora, una considerazione a margine del tutto personale, s’intende. Come si fa a prescrivere, e persino in dosi eccessive, farmaci per la crescita a bambini e ammalati di diabete? Con quale coscienza? E poi, per cosa? Per avere in cambio denaro e regali dagli informatori scientifici… c’è solo da indignarsi.
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