La Società francese di chirurgia plastica ha cambiato opinione riguardo al lipofilling, una tecnica che prevede l’uso del proprio grasso per rimodellare i volumi di alcune zone del viso e del corpo, esprimendo parere favorevole all’intervento. Più cauta, invece, l’Associazione italiana chirurgia plastica estetica (Aicpe), che chiede maggiori garanzie.
Usare il proprio grasso, magari togliendolo dalla pancia o dai fianchi, per aumentare il seno è uno scenario allettante per molte donne, tanto che nel mondo della chirurgia estetica il lipofilling sta diventando sempre più diffuso, anche nel nostro Paese. Sino ad oggi la società francese di chirurgia plastica si era mostrata piuttosto scettica su questa tecnica, tuttavia, nel corso dell’ultimo congresso nazionale, ha rivisto la sua posizione, affermando che alla tecnica di trasferimento di grasso nelle mammelle va riconosciuta grande efficacia, ed è un’eventuale alternativa all’utilizzo delle tradizionali protesi.
Come ha spiegato Giovanni Botti, presidente dell’Aicpe:
Dopo lo scandalo delle protesi Pip, infatti, i timori delle pazienti verso gli interventi di mastoplastica additiva sono aumentati notevolmente e questo ha spinto i medici a riconsiderare le soluzioni esistenti e a orientarsi anche verso tecniche alternative. Fra queste la più convincente si è rivelata il lipofilling.
L’Associazione italiana chirurghi plastici estetici però invita alla prudenza. La lipostruttura al seno, infatti, per quanto sia un intervento di chirurgia estetica piuttosto diffuso e i riscontri ottenuti siano molto positivi, ci sono studi clinici ancora in corso, ed è necessario del tempo per arrivare ad una conclusione definitiva.
Il lipofilling fino ad oggi non ha fornito elementi di pericolosità e presenta diversi vantaggi. Prima di tutto non si tratta di impiantare un corpo esterno come avviene con le protesi, quindi non c’è rischio di rigetto, inoltre non comporta cicatrici, poiché il grasso viene iniettato con delle punture e i fori scompaiono in breve tempo senza lasciare traccia. Anche il decorso è molto più soft rispetto all’inserimento di una protesi.
Chiaramente, il trattamento deve essere praticato in modo conforme ai dati e ai protocolli verificati della scienza e realizzato in ambiente chirurgico, da un chirurgo plastico o da un chirurgo formato specificamente per eseguire questa procedura.
Via|Aicpe – Associazione Italiana Chirurgia plastica estetica; Phtoto Credits|ThinkStock