Home » Medicina News » Giornata mondiale per i malati di Lebbra il 27 gennaio

Giornata mondiale per i malati di Lebbra il 27 gennaio

La Giornata Mondiale per i malati di Lebbra si terrà quest’anno il prossimo 27 gennaio.  Essa nasce per ricordare a tutto il mondo che questa malattia, sebbene scomparsa dal mondo occidentale ed industrializzato, rappresenta ancora un pericolo per le popolazioni che vivono in alcune zone del mondo dove il batterio è ancora presente.

Si tratta di un appuntamento che si rinnova ormai da 60 anni, per il quale si è scelto convenzionalmente l’ultima domenica di gennaio. Ufficialmente è stata istituita nel 1954 da Raoul Follereau, scrittore, poeta e giornalista francese che venne definito “apostolo dei malati di lebbra” per il lavoro svolto a favore di questi sfortunati pazienti. Si trattava di un impegno che l’artista ha sempre messo al primo posto per promuovere una forma di solidarietà che combattesse contro ogni forma di emarginazione.

Quest’anno l’Aifo, l’Associazione Italiana amici di Raoul Follereau, andrà nelle piazze in occasione della Giornata Mondiale dei malati di Lebbra  con l’iniziativa “Il miele della solidarietà”: migliaia di volontari offriranno in cambio di un offerta miele proveniente dalle aree rurali della Croazia contenuti in piccoli sacchetti di iuta confezionati dagli ex malati di lebbra di uno dei progetti sostenuti dall’associazione in India.

La ricorrenza darà modo inoltre di informare adeguatamente le persone sulla malattia. La lebbra, lo ricordiamo, è causata Mycobacterium leprae. Teoricamente non è una patologia molto contagiosa, ma possiede un lungo periodo di incubazione che rende difficile stabilire dove effettivamente sia avvenuto il contagio. Le sue forme più comuni sono la tubercoloide e la lepromatosa ed entrambe le tipologie si manifestano con piaghe cutanee e con un progressivo danno ai nervi degli arti, con conseguente perdita di sensibilità e debolezza muscolare. La seconda forma è ritenuta la più pericolosa perché in grado di produrre dei grandi grumi deturpanti sull’epidermide.

Gli attuali antibiotici sono in grado di far fronte adeguatamente alla malattia, ma la sua presenza nelle aree più disagiate rende difficile la cura e quindi la completa guarigione dei pazienti.

Aifo

Photo Credit | Thinkstock