Da fine novembre, quando è iniziata la crisi, la chiesa di San Michele a Kiev si è trasformata in un ospedale da campo, dove medici e volontari assistono i feriti. Proprio ieri, un’infermiera di appena 21 anni è stata colpita al collo durante gli sconti tra i manifestanti e la polizia, Olesya Zhukovskaya. La giovane donna al momento dell’incidente ha postato un drammatico tweet: “Muoio” e il suo messaggio ha fatto il giro della rete, ritwittato 3mila volte e ripreso dai media internazionali.
L’infermiera, che è stata operata, è ora in gravi condizioni ed è attaccata ad un respiratore, ma la sua vita è appesa ad un filo. Sono tanti, troppi i feriti, che nella chiesa di San Michele arrivano con schegge di granata, bruciature o lesioni da arma da fuoco. I volontari fanno le medicazioni, si occupano della distribuzione dei farmaci e mandano in ospedale chi ne ha bisogno.
Amnesty International si è detta profondamente costernata per la notizia dei manifestanti (tra cui medici e giornalisti) uccisi a colpi di arma da fuoco e avanza l’ipotesi, suffragata da svariate prove, dell’esistenza di gruppi di vigilantes collusi con la polizia, che potrebbero essere responsabili di alcune delle uccisioni. Come ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty:
Questa insensata perdita di vite umane ci costerna profondamente. Le autorità ucraine devono prendere tutte le misure in loro potere per fermare e prevenire l’uso illegale della forza e delle armi da fuoco da parte della polizia e di eventuali gruppi di vigilantes con essa collusi. Tutti i responsabili devono essere portati di fronte alla giustizia.
I morti sono più di cento e finalmente dopo ore di negoziato è stato trovato l’accordo con i ministri Ue per risolvere la crisi. Lo ha reso noto la presidenza ucraina. L’accordo, che sarà firmato a mezzogiorno (le 11 in Italia), prevede elezioni presidenziali anticipate, un governo di coalizione e una riforma costituzionale. Intanto sono già pronte le sanzioni Usa contro chi si è macchiato di violenze.