La cannabis ad uso terapeutico ha via libera. A sorpresa il Governo ha deciso di non ricorrere in appello contro la legge della Regione Abruzzo che ne sancisce l’erogazione su ricetta medica e la possibilità di prescrizione ai medici di famiglia.
Una decisione che secondo il ministro della Salute Beatrice Lorenzin non dovrebbe scioccare dato che anche nel nostro paese l’uso terapeutico di cannabinoidi è previsto, senza contare sul fatto che in che in base ai loro bilanci le Regioni possono decidere se caricare il costo sul servizio sanitario regionale come è già accaduto in molte zone d’Italia e non solo in Abruzzo. La decisione è stata ovviamente accolta in modo positivo dalle autorità abruzzesi, dato che per la prima volta nella Regione, dalle buone parole si è passati ai fatti, rendendo possibile una “vittoria del buon senso”.
L’auspicio è quello di riuscire a dare vita direttamente nel nostro paese ai farmaci a base di cannabinoidi in modo tale da produrli a basso costo in modo tale da renderli erogabili direttamente attraverso il sistema sanitario nazionale a tutti coloro che ne hanno bisogno.
Se questo avvenisse si tratterebbe sicuramente di un buon obiettivo raggiunto per la popolazione. Utilizzare i cannabinoidi ad uso terapeutico è tutt’altra cosa rispetto ad un suo utilizzo creativo che secondo noi dovrebbe essere tenuto da parte e non avallato. Nonostante chi sostiene che una sua legalizzazione potrebbe portare ad un abbattimento del potere delle organizzazioni criminali sul territorio nazionale garantito proprio dallo spaccio di droga.
Tornando alla legge della Regione Abruzzo che regola l’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico, come vi abbiamo sottolineato in precedenza, la stessa può essere prescritta anche dal medico di base nella forma di un vero e proprio “piano teraputico” approvato dalla Regione. Questo consentirebbe di aprire la strada ad una valida assistenza domiciliare. Un passo in avanti verso una cura più giusta per chi ne ha bisogno.
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