Con PET e scintigrafia la diagnosi arriva senza rischi. Essi sono esami che rientrano a pieno merito nella medicina nucleare, ma non per questo bisogna avere paura di utilizzarli.
Sia nel caso della pet che della scintigrafia parliamo di strumenti utilizzabili per la diagnosi di malattie gravi tra le quali figura il cancro. Ma nonostante l’efficacia, i pazienti tendono ad avere paura per via dell’utilizzo di molecole radioattive. Esse aiutano a tracciare le patologia anche se la stessa è ad uno stadio iniziale perché capaci di identificare le alterazioni nelle molecole del corpo.
Cosa è la PET
La PET o tomografia a emissione di positroni è un esame di medicina nucleare in grado di dare al medico una “fotografia fisiologica” di ciò che accade al corpo umano. Rende possibile conoscere le funzionalità dello stesso in uno specifico momento, non solo la forma e l’aspetto degli organi come accade con la Tac o con la risonanza magnetica. E’ perfetta per la diagnosi di tumori, a prescindere dalla loro collocazione e viene usata per capire se le formazioni hanno già prodotto metastasi. Essa viene condotta grazie all’iniezione nel paziente del fluorodeossiglucosio, un isotopo che si è distinto per la precisione di uso negli anni. Non può essere eseguita in donne in gravidanza o allattamento e deve essere eseguita solo in caso di reale necessità da coloro affetti da diabete.
Cosa è la scintigrafia
La scintigrafia, al pari della PET è un esame diagnostico di medicina nucleare che viene eseguito iniettando nella persona una sostanza radioattiva in grado di portare, attraverso uno specifico macchinario, gli operatori sanitari a verificare le funzionalità di organi o specifiche parti del corpo. Ossa, cuore, tiroide e reni sono quelli interessati da questo strumento. Esso consente di verificare le condizioni di salute delle zone studiate grazie ai fotoni emessi dal liquido iniettato. La scintigrafia è assolutamente vietata per le donne in attesa di un bambino.
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