Stando alle ultime rilevazioni condotte dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, la spesa per la sanità digitale è cresciuta del 5% nel 2021 rispetto all’anno precedente, raggiungendo un fatturato pari a 1,5 miliardi di euro. Un buon passo in avanti, dunque, che pur rende la sanità digitale ancora fortemente marginale (1,2%) rispetto al totale della spesa sanitaria pubblica, con una media di spesa pari a 25 euro per ogni cittadino.
È sempre l’Osservatorio a rammentare come siano numerose le applicazioni del digitale in ambito sanitario. Si pensi alla ricerca di informazioni, con quasi tre italiani su quattro che nel 2021 hanno cercato in rete delle informazioni sui corretti stili di vita rispetto al 60% del 2020, e con il 43% dei nostri connazionali che ha affermato di essersi informato online sulla campagna vaccinale. Ancora, si pensi alla prevenzione e al monitoraggio della propria salute, con un terzo degli italiani che utilizza delle app che possano controllare il proprio stile di vita, e con un italiano su cinque che invece usa delle app per ricordarsi di prendere un farmaco o per monitorare i propri parametri clinici.
Ebbene, dinanzi a questo crescente interesse degli italiani nei confronti della sanità digitale, emerge anche un’impreparazione di massima dei professionisti sanitari sul fronte delle competenze digitali: il 60% degli specialisti e dei medici di medicina generale afferma di avere sufficienti competenze digitali di base, legate all’uso di strumenti digitali nella vita quotidiana, ma solamente il 4% comunica di avere un livello soddisfacente in tutte le aree delle competenze digitali professionali.
Un’altra carenza è legata alla corretta comunicazione degli strumenti già disponibili: è emblematico – aggiunge l’Osservatorio – che solamente il 38% della popolazione abbia sentito parlare del Fascicolo Sanitario Elettronico, e che solo il 12% sia consapevole di averlo utilizzato.