Si parla di bronchiectasie quando una persona soffre di tosse, espettorazione di tipo quotidiano e presenta anche delle infezioni ricorrenti di tipo respiratorio.
Diagnosticare efficacemente le bronchiectasie
Questi ovviamente sono sintomi legati a patologie respiratorie di diversa tipologia, ma allo stesso tempo possono essere dei sintomi di un’avvenuta dilatazione irreversibile di tratti dei bronchi. Per l’appunto chiamata bronchiectasia. Esse dipendono da lesioni delle pareti bronchiali che portano a essere meno efficiente la funzione di clearance mucociliare. Cosa è? Quello strumento del nostro organismo utilizzato per evitare che batteri, virus e funghi entrino nei polmoni.
Il muco infatti grazie alla sua viscosità è in grado di intrappolare le particelle e proprio dalle ciglia cellulari viene spinto verso l’esterno per un’eventuale espulsione. Se questa non accade correttamente il ristagno del muco può portare a malattie respiratorie, tra le quali figura anche la polmonite.
Le bronchiectasie sono di solito causate da infezioni o condizioni che portano al danneggiamento delle pareti delle vie aeree. E che di conseguenza, come già anticipato, rendono difficile l’espulsione del muco. Si tratta di una sorta di circolo vizioso che spesso è difficile interrompere perché non si riesce a ottenere velocemente una diagnosi certa.
Tra l’altro al momento non esistono terapie farmacologiche approvate per curare le bronchiectasie. di solito l’approccio è legato a un utilizzo di antibiotico mirato e della fisioterapia respiratoria condotta quotidianamente.
Più diffuse di quel che si pensa in Italia
Si parla di una malattia attualmente sotto studio: le ultime scoperte parlano di una patologia che dipende spesso da una forte componente infiammatoria dei bronchi. Questo, secondo gli esperti, può portare a un nuovo approccio terapeutico che non riguardi solo il controllo delle infezioni secondarie ma anche il sistema immunitario. Ricercando dei modulatori che siano in grado di ridurre l’infiammazione a livello bronchiale.
Nel nostro paese sono almeno 500 adulti su 100.000 a soffrire di bronchiectasie. Secondo gli specialisti però si tratta di una stima più bassa rispetto al reale numero. È importante comprendere che questa malattia può manifestarsi fin dalla giovane età se non dai primi anni di vita e avere componenti genetiche da tenere in conto. Non solo: vi possono essere anche dei fattori di aggravamento causati da infezioni croniche.
Uno dei più grandi problemi e che le bronchiectasie continuano a essere non opportunamente diagnosticate e di conseguenza trattate in modo sbagliato perché scambiate con altre patologie. Vi è bisogno quindi non solo di riuscire a mettere in campo degli strumenti adatti alla diagnosi ma anche di uniformare quelle che sono le linee guida a livello italiano ed europeo.