Quella dell’infermiere specialista è una professione “nuova“, frutto di una laurea magistrale che sta già creando polemiche. Questa volta all’interno della categoria dei medici.
La figura dell’infermiere specialista
È definita una riforma epocale quella riguardante questi professionisti sanitari. Si parla di ben tre indirizzi clinici magistrali che darà a chi si specializzerà, la possibilità di fare delle prescrizioni. Attenzione però, di tipo infermieristico come presidi per le stomie, cateteri e sacche, dispositivi per le incontinenze e materiale per le medicazioni.
Qualcosa che oggettivamente ottimizzerebbe tempi e modalità dell’assistenza. Non dobbiamo dimenticare che attualmente tutto ciò necessita di una ricetta firmata da un medico. La cui categoria polemizza per non essere stata interpellata in merito a questa novità. L’infermiere specialista sarà una professione decisamente regolata da un corso di studi imponente, a differenza dell’assistente infermiere che a breve entrerà nei nostri reparti.
Viene sottolineato dalla FNOMCEO che la prescrizione, suppone una diagnosi e questa deve essere eseguita dal medico. I tre percorsi magistrali non intendono dar vita a un infermiere specialista che limiti la capacità di diagnosi del medico. Ma semplicemente favorire l’assistenza che questo elargisce al paziente.
Saranno tre i percorsi: cure primarie e specializzazione, cura pediatriche e neonatali e cure intensive e nell’emergenza. “Stiamo lavorando a un progetto complessivo che guarda al futuro della sanità italiana“, ha sottolineato il ministro della Salute, “e al ruolo cruciale che gli infermieri ricoprono oggi e che svolgeranno nell’assistenza sul territorio”.
Polemiche sulla diagnosi e la prescrizione
L’associazione dei medici sottolinea come la diagnosi sia un “atto medico complesso” basato su una serie di conoscenze frutto di un intero percorso di studi che non può essere sostituito attraverso “uno o due” esami di magistrale. Ma attende comunque di poter analizzare il provvedimento per comprendere se questo attribuisca ad altre figure delle competenze esclusive de medici. Riservandosi in caso l’impugnazione.
La presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche Barbara Mangiacavalli spiega che la figura dell’infermiere professionista non modificherà le specifiche competenze dei medici. Dato che nel sistema sanitario la diagnosi infermieristica assistenziale esiste già. E gli infermieri già richiedono i suddetti dispositivi. L’innovazione sarebbe data dalla prescrizione, sempre in base a una diagnosi medica effettuata dal medico.
Poter prescrivere presidi in base alla diagnosi infermieristica assistenziale già esistente e dopo una laurea magistrale, darà semplicemente modo di ottimizzare il percorso di assistenza. C’era da aspettarsi che l’introduzione dell’infermiere specialista potesse dar vita a qualche polemica. Sarà interessante vedere nello specifico l’intero testo del provvedimento per capirne portata e limitazioni.