Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha subito l’impianto di un pacemaker nella giornata del 15 aprile. Le sue condizioni sono buone e non destano preoccupazioni.
A cosa serve il pacemaker
Si è trattato di un intervento programmato, avvenuto presso l’ospedale Santo Spirito di Roma, tanto che il capo dello Stato ha lavorato anche nel corso della giornata. Mentre ci auguriamo che Sergio Mattarella possa riprendere al più presto la sua quotidianità, spieghiamo che cos’è un pacemaker e a cosa serve.
Si tratta di un dispositivo elettronico, delle stesse dimensioni di una monetina, dotato di una batteria che, attraverso degli elettrocateteri, fornisce piccole scariche elettriche in grado di far battere il cuore quando il battito del cuore non avviene spontaneamente. Si tratta di impianti che durano tra i 7 e i 10 anni e vengono inseriti sottopelle a livello del torace.
Pur non avendo specifiche sulle motivazioni che hanno richiesto l’impianto del pacemaker per Sergio Mattarella, possiamo sottolineare che questo si rende necessario in caso di interruzione del normale battito cardiaco o di bradicardia. Storicamente, il primo dispositivo di questa tipologia venne impiantato a Stoccolma da un cardiochirurgo in un uomo di 48 anni che, a causa di un battito cardiaco troppo lento, sveniva frequentemente.
Rispetto al passato, oggi questi dispositivi possono essere impiantati sottopelle nella parte anteriore del torace durante un intervento in anestesia locale. Bastano dai 30 ai 40 minuti e i tempi di ricovero corrispondono a 2-3 giorni. Non di rado, il paziente può essere dimesso anche il giorno successivo all’operazione. Un passo in avanti importante rispetto al passato in quanto a convalescenza.
Intervento riuscito per Sergio Mattarella
Solitamente le complicanze sono molto rare e, di norma, non mettono a rischio la vita di chi è stato operato. Una volta eseguito l’impianto del pacemaker, il paziente deve rimanere sdraiato per sei ore al termine delle quali viene eseguita una radiografia del torace. Una volta dimesso, il paziente può tornare senza particolari problemi alla propria quotidianità.
Il fatto che l’intervento di Sergio Mattarella fosse programmato lascia intuire che si tratta di una condizione sotto controllo e ben conosciuta. Tutto ciò, nonostante l’età avanzata del presidente della Repubblica, dovrebbe portare a una convalescenza non troppo lunga e priva di particolari complicazioni.
La tecnologia, soprattutto per quanto riguarda la cardiochirurgia, sembra aver fatto davvero passi da gigante negli ultimi anni. Rendendo una tecnica precedentemente molto più invasiva più semplice da gestire e con minori conseguenze. Come anche il caso del capo dello Stato sembra dimostrare.