Contro l’alopecia areata è ora disponibile un primo farmaco orale in grado di sostenere la ricrescita dei capelli. Scopriamo come si chiama e quali effetti può avere.
Approvato in Italia farmaco contro alopecia areata
Fortunatamente, la medicina fa continui progressi in ogni campo e anche in quello tricologico non vi è eccezione. Soprattutto per quanto riguarda una patologia autoimmune come l’alopecia areata, che comporta conseguenze sia di tipo fisico che emotivo.
La caduta dei capelli e la loro mancata ricrescita possono influenzare profondamente la psicologia delle persone e il modo in cui vivono le proprie relazioni sociali. Ora è disponibile anche in Italia il ritlecitinib, una molecola utilizzabile da pazienti dai 12 anni in su, già approvata dall’Aifa.
Prodotto da Pfizer, questo medicinale consente di trattare l’alopecia areata, che può portare non solo alla perdita dei capelli, ma anche alla caduta dei peli in altre aree (ciglia, sopracciglia e barba). In Italia, sono circa 120.000 i pazienti a cui è stata diagnosticata questa patologia.
Il farmaco è riuscito, in 24 settimane, a far ricrescere quasi completamente i capelli al 13% dei pazienti e a raggiungere una copertura dell’80% in un altro 23% dei casi. Alla fine di 48 settimane di trattamento, è stato registrato che il 30% dei pazienti trattati con il nuovo farmaco si è avvicinato alla remissione in modo importante.
Elemento non indifferente: sono state registrate ottime risposte anche per quanto riguarda efficacia e sicurezza a lungo termine (fino a 2 anni). Il farmaco è in grado di interrompere l’infiammazione che colpisce i follicoli piliferi, modulando la risposta autoimmune e supportando la ricrescita dei capelli.
Un importante passo in avanti
Nonostante alcuni pazienti non rispondano adeguatamente al trattamento, è importante sottolineare come si tratti di un passo avanti significativo nella cura dell’alopecia areata. Soprattutto perché, aiutando nella risoluzione del problema, consente di agire in modo positivo anche sull’equilibrio relazionale e psicologico dei pazienti. In particolare di quelli più giovani.
Senza contare che, trattandosi di una terapia orale a somministrazione giornaliera, è possibile raggiungere una maggiore aderenza alla terapia stessa. Senza che questa risulti difficile da mantenere sul lungo periodo per il paziente.
L’importanza di una terapia di questo tipo, per un disturbo come questo, è fondamentale affinché possa essere tutelata anche la salute mentale di chi soffre di questa patologia autoimmune.
È infatti possibile, in alcuni casi, rimediare a quella che viene percepita come un’inadeguatezza estetica, che spesso ha conseguenze anche sul piano psicologico. Non dobbiamo mai smettere di considerare come esistano patologie che richiedono un approccio multidisciplinare, come in questo caso. Favorendo la cura della persona, oltre che della malattia.