E’ stata la polmonite interstiziale la causa del decesso del maestro Beppe Vessicchio. Una persona squisita e amata da tutti colpita da una patologia difficile da curare.

Cosa succede con la polmonite interstiziale
Soprattutto in persone come il maestro, già affette da problemi ai polmoni. Scopriamone qualcosa di più insieme.
La polmonite interstiziale è una malattia che interessa principalmente l’interstizio polmonare, ovvero il tessuto connettivo che si trova tra gli alveoli. Ovvero i minuscoli sacchi d’aria deputati agli scambi gassosi tra ossigeno e anidride carbonica. A differenza delle forme più comuni di polmonite, che colpiscono direttamente gli alveoli e sono spesso di origine batterica, la polmonite interstiziale coinvolge soprattutto il tessuto di supporto.
E può essere causata da diversi fattori, tra cui virus, batteri atipici, sostanze tossiche, farmaci o malattie autoimmuni. Nei casi in cui la causa rimane sconosciuta si parla di polmonite interstiziale idiopatica. In pratica si verifica una risposta infiammatoria dell’interstizio, che porta a un ispessimento del tessuto e a una perdita di elasticità polmonare.
Questo compromette la capacità dei polmoni di espandersi correttamente e di garantire un efficace scambio di gas. Il risultato è una riduzione della ossigenazione del sangue, che si traduce in sintomi come dispnea o fiato corto, tosse secca persistente, stanchezza e cianosi (nei casi più gravi).
Nelle persone inizialmente sane, la polmonite interstiziale può manifestarsi come una malattia acuta o cronica. Le forme acute, spesso di origine virale, possono comparire improvvisamente con febbre, tosse e difficoltà respiratoria.
Con un trattamento adeguato, che può includere antivirali, antibiotici specifici o corticosteroidi, la maggior parte dei pazienti guarisce completamente, anche se la convalescenza può richiedere settimane. Tuttavia, in alcune circostanze, l’infiammazione può lasciare delle cicatrici fibrotiche permanenti nel tessuto polmonare, riducendo leggermente la capacità respiratoria.
I risvolti su pazienti già compromessi

Diversa è la situazione per chi soffre già di patologie respiratorie croniche, come BPCO (bronco-pneumopatia cronica ostruttiva), asma grave o fibrosi polmonare. In questi soggetti, la comparsa di una polmonite interstiziale rappresenta un fattore di aggravamento potenzialmente serio.
La capacità polmonare già ridotta rende più difficile compensare la perdita di funzionalità indotta dall’infiammazione, e ciò può condurre a insufficienza respiratoria acuta o a un peggioramento irreversibile della malattia di base. Anche il recupero è spesso più lento e incompleto, con un rischio maggiore di esiti fibrotici.
Dal punto di vista terapeutico, la gestione della polmonite interstiziale si basa sulla cura della causa scatenante, sul controllo dell’infiammazione e sul supporto respiratorio nei casi più gravi. Nei pazienti cronici, la prevenzione è essenziale: evitare infezioni, vaccinarsi contro influenza e pneumococco e seguire attentamente le terapie di base.
Il maestro Beppe Vessicchio purtroppo era affetto da problemi polmonari legati all’esposizione all’amianto che con molta probabilità hanno compromesso le sue possibilità di guarigione.