Il dolore cronico è una problema complesso, non di rado “invisibile” che purtroppo fa compagnia a milioni di persone. Vediamo insieme quali sono le opzioni terapeutiche a disposizione in Italia.

Cosa è il dolore cronico
Parliamo di una condizione in grado di modificare profondamente la qualità della vita. Non si tratta di un semplice sintomo passeggero, ma di un dolore che persiste per mesi o anni, anche quando la causa iniziale è stata trattata o non è più individuabile.
Proprio per la sua natura persistente, può influire sul sonno, sull’umore, sulla capacità di muoversi e di mantenere relazioni sociali, creando disagio non solo a livello fisico ma anche a livello mentale. Negli ultimi decenni, la comprensione del dolore cronico è cambiata molto, passando da una visione puramente biologica a una più completa che considera anche gli aspetti psicologici e sociali.
In Italia, la consapevolezza di quanto il dolore cronico sia un problema rilevante ha portato il Servizio Sanitario Nazionale a integrare sempre più terapie dedicate. Un passaggio importante è avvenuto con la cosiddetta Legge n. 38 del 2010, una delle prime in Europa a riconoscere esplicitamente il diritto del cittadino a ricevere cure adeguate al dolore. Grazie a questo quadro normativo sono state potenziate le reti territoriali di terapia del dolore e sono state rese più accessibili diverse tipologie di trattamento, sia farmacologiche che non farmacologiche.
Per quel che riguarda i farmaci il sistema sanitario facilita oggi l’accesso a terapie che spaziano dagli analgesici più comuni agli oppioidi maggiori, quando necessari e sempre sotto stretto controllo medico. Sono inoltre disponibili farmaci specifici per forme di dolore neuropatico come alcune categorie di antidepressivi e anticonvulsivanti, che svolgono un ruolo essenziale nel gestire i segnali dolorosi provenienti dal sistema nervoso.
Queste terapie non rappresentano una soluzione rapida, ma possono offrire sollievo significativo se integrate in un percorso personalizzato.
Approcci differenti al problema

Negli ultimi anni poi si è diffuso un approccio più multidisciplinare, riconosciuto e supportato anche dalle strutture pubbliche. La fisioterapia, ad esempio, è entrata stabilmente tra gli strumenti considerati fondamentali per aiutare i pazienti a recuperare mobilità e a ridurre la rigidità muscolare che spesso accompagna il dolore persistente. In molte regioni è possibile accedere a programmi riabilitativi strutturati, talvolta integrati da tecniche manuali o da esercizi mirati.
Un altro ambito che ha ottenuto maggiore attenzione è quello delle terapie psicologiche. Approcci come la terapia cognitivo-comportamentale sono oggi riconosciuti come parte integrante dei percorsi per il dolore cronico, poiché aiutano a gestire l’impatto emotivo e a sviluppare strategie per affrontare meglio le giornate più difficili.
Anche tecniche come la mindfulness o il biofeedback possono essere offerte in centri specializzati all’interno del sistema sanitario. Infine, sono disponibili interventi più avanzati, come le infiltrazioni antinfiammatorie o anestetiche e, nei casi selezionati, la neuromodulazione tramite stimolatori sottocutanei.