Dire che l’estetica corre di pari passo con la fantasia e con l’insoddisfazione umana è un concetto più che mai veritiero. Il nuovo trend della chirurgia estetica riguarda infatti non più l’aumento del seno o l’addominoplastica, ma il trapianto di sopracciglia. Potrà sembrare particolarmente assurdo, ma tale tecnica sta pian piano diventando virale in tutto il mondo.
Fino a due anni fa le vittime di grandi ustioni o problemi genetici, erano costretti ove possibile a disegnarle con la matita o a tatuarle permanentemente. Ora per chiunque, anche per meri motivi estetici, o magari troppa sollecitudine nello sfoltirle con la pinzetta, è possibile trapiantare dei “capelli” prelevati dalla nuca, dove cresce una particolare peluria, per porli sull’arcata sopracciliare.
La tendenza è stata sottolineata presso la conferenza annuale della British Association of Aesthetic Plastic Surgeons tenutasi recentemente e confermata dai chirurghi della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, che spiegano come anche in Italia l’impianto dei bulbi piliferi si effettui ormai da un paio di anni e che l’effetto, se l’impianto attecchisce, risulta davvero spettacolare e con buoni risultati anche sul lungo termine. In tre ore, e sotto anestesia locale, la persona interessata può tornare a possedere delle sopracciglia degne di tale nome.
La tecnica è di per sé molto semplice. Si preleva una sottile strisciolina di cute dietro alla nuca, dove come vi abbiamo precedentemente spiegato il capello è più morbido, quasi peluria. Dopodiché il medico preleva i bulbi dalla pelle e inserisce sul sopracciglio circa 50 follicoli attraverso altrettante micro incisioni. In questo caso però non bisogna dimenticare che ciò che si sta impiantando non sono normali sopracciglia ma capelli in piena regola. Con gli stessi ritmi di crescita.
Motivazione per la quale, se non si desidera assomigliare in viso ad uno gnomo mitologico molto peloso, è necessario ritoccare la lunghezza delle stesse con una forbice almeno una volta al mese e nei casi più eclatanti, una volta ogni 15 giorni.
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