ll termine disagio è formato dal prefisso dis, che ha valore negativo (come in tante altre parole come disamore, disgrazia, disgusto, disoccupato, disordine) e del sostantivo agio cioè comodità, inserito nel nostro linguaggio durante il Medioevo dal francese. Il disagio giovanile è tipico dell’età evolutiva ed è reso ancor più vistoso dai mutamenti repentini che caratterizzano questa fine di millennio. L’adolescenza è un passaggio della vita, una pedana che accompagna dall’infanzia all’età adulta in modo spesso non facilmente tollerato.
In una situazione di transizione e di crescita è facile che le sicurezze insite nel periodo precedente siano poste in discussione lasciando spazio all’ansia ed al disagio. Uno dei rilevatori più attendibili nella valutazione del disagio adolescenziale è desumibile dal “Rapporto supplementare alle Nazioni Unite di Telefono Azzurro per la convenzione dei Diritti del fanciullo” del 2002. Infatti dalla sintesi si evince che nel 2001 al ricorso telefonico, su problemi inerenti gli adolescenti, le richieste a Telefono Azzurro sono state 2.740.
Gli argomenti pìù “gettonati” sono stati: difficoltà di socializzare con coetanei, disagio ed abbandono scolastico, allontanamento da casa, aborti, tossicodipendenze e, da ultimo, intenzioni di suicidio. Osservando da un’ottica anagrafica, si rileva che l’età a rischio è proprio quella che va dai dodici ai quattordici anni. Si evidenzia che il 24% delle richieste d’aiuto sono effettuate da quattordicenni. Il ricorso a richieste telefoniche rivolto a Telefono Azzurro sono un dato tangibile di un fenomeno che sta evidenziandosi, prepotentemente, quasi a divenire, nei paesi occidentali industrializzati, una vera piaga sociale. Volendo riassumere si notano: violenze comportamentali, bullismo, devianze comportamentali, tossicodipendenze, allontanamento dalla propria dimora, suicidio o simulazioni, anoressia e bulimia. Fenomeni collaterali e sequenziali sono la diserzione scolastica, la delinquenza minorile, il consumo e l’abuso di alcool e sostanze stupefacenti, gli aborti in età adolescenziale, l’abuso sessuale nei minori.
Il bullismo investe un’età che va dai 7-8 anni fino ai 14/16; Il disagio si manifesta in particolar modo con atti estremi quali: rapporti sessuali a rischio, guida pericolosa, gioco d’azzardo. Risulta che la guida pericolosa costituisce una “trasgressione” particolarmente stimolante ed esaltante, anche se unita al rischio per la vita e l’incolumità. La violenza comportamentale e la conflittualità sono in crescita nell’età compresa tra i 14 e i 18 anni, si palesano con atteggiamenti bruschi in famiglia e nella scuola, atti di vandalismo, violenza negli stadi, xenofobia, sassi dal cavalcavia, “baby gang”, violenze sessuali, vessazioni su coetanei. I bambini sono tra i soggetti più strumentalizzabili, in quanto risultano tra i più bisognosi. Farebbero di tutto, pur di ottenere briciole di attenzione e di affetto. Sono pronti a dimenticarsi dei propri bisogni per tener conto prioritariamente dei bisogni di coloro da cui attendono vicinanza ed attenzione.