BACTRIM Roche (Sulfametoxazolo)

BACTRIM, Roche

 CATEGORIA: Farmaci chemio-terapici battericidi.

FORMA FARMACEUTICA: Compresse, compresse solubili, sospensione orale

PRINCIPI ATTIVI: Sulfametoxazolo

INDICAZIONI: Indicato per il trattamento delle Infezioni delle vie respiratorie come sinusite, otite media, bronchite acuta, polmonite (anche dovuta a Pneumocystis carinii), riacutizzazioni in corso di bronchite cronica o di bronchiettasie, infezioni renali e delle vie urinarie quali pielite, cistite, prostatite, uretrite, riacutizzazioni in corso di infezioni croniche delle vie urinarie, i nfezioni dell’apparato genitale compresa l’uretrite gonococcica ed infezioni dell’apparato digerente, infezioni causate da patogeni quali da Shigella, da Salmonella typhi e paratyphi e altre enteriti da germi sensibili.

CONTROINDICAZIONI/EFFETTI SECONDARI: Ipersensibilità già nota verso i sulfamidici e/o il trimetoprim, o verso qualcuno degli eccipienti. Controindicato in caso di insufficienza renale grave con iperazotemia, gravi lesioni del parenchima epatico, discrasie ematiche. Bactrim non deve essere usato in caso di infezioni sostenute da streptococco-emolitico di gruppo A (faringiti ed altre). Tra gli effetti collaterali si sono verificati più frequentemente, nausea, vomito, cefalea e la comparsa di infezioni fungine, quali la candidiasi ed alterazioni ematologiche lievi e asintomatiche. In gravidanza, nella primissima infanzia (bambini al di sotto dei due mesi di vita) e nei pazienti anziani il prodotto deve essere usato soltanto in caso di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del medico.

NOTE: I batteri, organismi patogeni, responsabili tra l’altro di numerose patologie, potrebbero essere utili, secondo i ricercatori INFM-CNR per sfruttare in modo semplice il loro moto e produrre energia attraverso apparati di miniaturizzazione. Si potrebbe impiegare questa fonte energetica per impianti micromedicali o nanodispositivi di cui la maggior parte ancora da progettare. In Giappone, la ricerca è impegnata già da qualche anno in questo ambito. I primi esperimenti prevedono l’immersione di ingranaggi in una soluzione di batteri, perché questi ultimi col loro movimento spontaneamente li facciano girare a velocità costante (nella simulazione sono stati utilizzati batteri di escherichia coli che imprimevano ai microingranaggi una velocità costante di due giri al minuto).

[Fonti principali: AAVV MediLab, AAVV LeScienzeWebNews.it AAVV Saninforma.it]

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