Il fenomeno del turismo medico sta facendo registrare il suo boom proprio in questi mesi di forte crisi finanziaria, emergendo nell’economia di numerosi Paesi del mondo. La gente, ama, vuole, necessita, insegue qualunque forma di risparmio.
Sulle prestazioni sanitarie il rischio di affidare la propria incolumità fisica nelle mani di personale incompetente è alto per chi sceglie di rivolgersi a strutture non affidabili.
D’altro canto, va anche detto che non tutte le forme di risparmio che ci vengono offerte da aziende sanitarie straniere sono necessariamente frodi o rischiose per la nostra salute. Pensiamo ad esempio ai pacchetti di cura offerti dagli ospedali a prezzi agevolati ai turisti stranieri.
Si pressuppone che, in quanto aziende ospedaliere serie e consolidate, non debbano far incorrere i pazienti venuti da fuori in brutte sorprese. Il fenomeno del turismo medico sta divenendo un vero e proprio business per molti ospedali.
Un caso rappresentativo di questo improvviso incremento è il debutto su questo mercato della Corea del Sud, soprattutto nel campo della chirurgia estetica.
Autobus pieni zeppi di cittadini cinesi e giapponesi stanno letteralmente invadendo Seoul per tour che includono un soggiorno dai nip and tuck coreani, pacchetto all inclusive.
Si tratta di una pratica estremamente lucrativa per il Paese, a tal punto da spingere il governo a costruire un vero e proprio centro benessere attrezzato per le cure mediche sull’isola di Jeju. Un progetto ambizioso, che prevede l’edificazione di un’enorme clinica, circondata da 18 campi da golf e da spiagge da sogno, con all’interno lussuosi appartamenti che ospitino i turisti-degenti.
La Corea del Sud è l’ultima arrivata all’interno del business del turismo ospedaliero. Molte altre nazioni asiatiche, tra cui la Tailandia, Singapore e l’India, si sono lanciate già da tempo in questo mercato. Gli ospedali stranieri offrono le stesse prestazioni mediche ad un prezzo più vantaggioso, il tutto in un’atmosfera vacanziera che potrebbe far dimenticare di essere lì per curarsi.
Tra le operazioni offerte impianti cardiaci come il bypass, chirurgia plastica, e altri interventi che in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, risultano molto più costosi.
Soltanto lo scorso anno 750.000 americani sono andati a curarsi nei Paesi asiatici per spendere meno, ma ci si aspetta che la cifra di turisti-pazienti raggiunga i 6 milioni già nel 2010.
In Italia, per il momento, il fenomeno del turismo medico sembra limitarsi in particolar modo alle cure odontoiatriche che sempre più spesso attraggono i cittadini italiani verso i Paesi dell’Europa orientale, in Romania, ad esempio, dove i costi per impianti e cura dei denti sono nettamente inferiori.