I cervelli italiani sono in fuga da anni, ma il nuovo disegno di legge voluto dal Ministro Gelmini sembra voler mandar via anche quei pochi che sono rimasti. Così si può riassumere in breve ciò di cui si lamentano i ricercatori di tutti gli atenei d’Italia.
Secondo gli ultimi dati Istat, circa il 40% dei docenti italiani è ricercatore. Ma la nuova legge che ha in mente uno dei Ministri più disprezzati di sempre prevede che le cattedre siano occupate soltanto dai professori ordinari, e che i ricercatori si dovranno occupare solo di ricerca. Questo significa, visti i costanti tagli proprio alla ricerca, che i cosiddetti “cervelloni” saranno sempre più poveri e sempre più precari, una situazione insostenibile, dato che gli stessi ricercatori in qualsiasi altro grande Paese Occidentale verrebbero trattati con tutti gli onori e con stipendi tre o quattro volte maggiori di quello che prenderebbero in Italia.
Per questo il coordinamento nazionale Ricercatori universitari ha lanciato l’appello:
Invitiamo tutti i ricercatori universitari a non accettare incarichi per affidamento e supplenza per il prossimo anno accademico e avviare forme di lotta immediate che comprendano anche la sospensione dell’attività didattica.
Speriamo serva a qualcosa.
[Fonte: Corriere della Sera]