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Presto in arrivo il vaccino anti fumo

Per chi dice di ogni sigaretta: questa è l’ultima. Per chi ha provato senza successo cerotti e chewing‑ gum. Per chi vorrebbe smettere ma non ci riesce, c’è una buona notizia: è in arrivo NicVax, il vaccino anti-fumo della GlaxoSmi­thKline. Perché, se da un lato si sa che fumare nuoce alla salute, fa invecchiare precocemente, sciupa la bellezza di pelle, unghie e capelli, dall’altro la sola forza di volontà può non bastare a dire addio alle sigarette. Non è un caso che il libro di Allen Carr, E’ facile smettere di fumare se sai come farlo, già arrivato alla terza edizione, conti­nui ad andare n ruba. E anche i dati parlano chiaro.

Le cifre divulgate dall’Osservatorio fumo, alcool e droga (Ossfad) dell’Istituto superiore di sanità dimostrano, infatti, che il fumo, soprattutto se declinato al femminile, è ancora un’emergenza nel nostro Paese. In particola­re, nel 2009 le fumatrici hanno raggiunto quota 5,9 milioni, pari al 22,3 per cento delle donne, cui si aggiungono le ex fumatrici che si attestano sui 2,8 milioni, ovvero il 10,7 per cento. Ad accendere più spesso la sigaretta sono le donne tra i 25 e i 44 anni che abitano nel centro Italia, mentre la media in cui si inizia a fu­mare è di circa 18 anni. In­fine, dal 2008 al 2009 le fumatrici sono aumentate di ben 4,4 punti percentuali. Un incremento preoccupan­te, che l’avvento dei vaccino potrebbe contribuire ad ar­restare. Basta una puntura sul braccio e la voglia di fumare se ne va.

Co­me è possibile? I ricercatori hanno “legato” ad un composto chimico a base di nicotina una proteina, capace di provocare la produzione di anticorpi diret­ti contro la nicotina. Quando la persona fuma una sigaretta e immette nicotina all’interno dell’organismo, gli anticorpi grazie al vaccino la riconoscono, la neutralizzano e ne impediscono il passaggio all’interno delle membrane ce­rebrali. In questo modo la nicotina per­de la sua azione sul sistema nervoso centrale. Non fa cioè attivare i recettori nervosi che provocano la liberazione della dopamina e di altre sostanze che regalano la sensazione di euforia che si prova fumando.

 Così, aspirare il fumo della si­garetta non dà più alcun piace­re e la necessità di fumare si attenua. Tra i vantaggi del prodotto c’è che le percentuali di recidiva da parte degli ex fumatori risulta­no molto basse anche a distan­za di tempo. Questo perché, non soffrendo i sintomi dell’asti­nenza, è più facile perseverare. Gli esperti guardano con curiosità e attenzione a questo nuovo strumento per combattere il fumo, anche se si pongono alcune domande.

Gianni Passalacqua, ricercatore all’Università di Genova ed esperto di malattie dell’apparato respiratorio commenta:

“Il vaccino ha finora prodotto risultati incoraggianti, senza con­tare che si basa su un idea rivoluzionaria, che interrompe il circuito della dipendenza fisica dalla nicotina alla radice. Il suo limite, forse, è che ancora non è nota la sua durata ed è verosimile che non protegga all’infinito. Quindi si dovrà ri­fare con periodicità”.

Secondo Mario Eandi, professore ordinario di Farmacologia all’Università di Torino,

 «si tratta di un approccio interessan­te, magari un po’ semplificato dato che si interviene soltanto su uno dei meccanismi della dipendenza, quello della nico­tina».

 Qualche perplessità in più viene espressa da chi si occu­pa di dipendenze psicologiche. Il vaccino non aiuta, infat­ti a contrastare la ritualità del gesto, né la soddisfazione che si prova stringendo tra le labbra una sigaretta.

Giovanni Storace, presidente della Società italiana di psi­coterapia psicoanalitica, ricorda:

 «Fumatori non si nasce, si diventa. Il fumo nasce da un comportamento imitativo e diventa un forte strumento di piacere-gratificazione orale, usato per gestire o per contraddistinguere situazioni tipi­che, come concentrarsi, concedersi una pausa, scaricare la tensione nervosa. Accendere una sigaretta è spesso un modo per coprire una difficoltà comunicativa, la scorciato­ia per sentirsi rassicurati, la risposta a bisogni veri che non spariscono smettendo di fumare. Per questo la persona deve comunque interrogarsi. Capire e affrontare le proprie reazioni».

Tutte le sperimentazioni fin qui condotte hanno avuto esiti positivi. Nelle fasi 1 e 2 il vaccino è stato sommini­strato a 480 forti fumatori (persone abitua­te ad accendere almeno 24 sigarette al giorno). Ha dimostrato di essere ben tolle­rato e ha prodotto una concentrazione dì anticorpi in grado di legarsi alla nicotina proporzionale alle dosi impiegate. Il gruppo sottoposto al vaccino è stato messo a confronto con un altro gruppo trat­tato soltanto con placebo. Il massimo rag­giungimento degli obiettivi si è avuto tra la 19esima e la 26esima settimana dall’inizio del trattamento.

A un anno di distanza il numero di persone vaccinate che non ha ripreso a fumare è incoraggiante. A ottobre 2009 è stata avviata la fase 3, quella finale, che sta ancora coinvolgendo 1.600 persone di età compresa tra i 16 e i 65 anni, abituate a fumare almeno dieci sigarette al gìorno. La conclusione degli studi clinici e la com­mercializzazione dei prodotto sono previ­ste per il 2012.