HERCEPTIN Roche (Trastuzumab)

  

HERCEPTIN, Roche

 CATEGORIA: Agente antineoplastico

FORMA FARMACEUTICA: Soluzione per infusione

PRINCIPI ATTIVI: Trastuzumab

INDICAZIONI: Indicato per il trattamento del carcinoma mammario metastatico o nei pazienti che hanno ricevuto almeno due regimi chemioterapici per la malattia metastatica a base di antraciclina e un taxano. Herceptin è utilizzato anche nel trattamento del carcinoma mammario in fase iniziale HER-2, positivo dopo chirurgia, chemioterapia (neoadiuvante o adiuvante) o radioterapia. E’ necessario, per procedere alla terapia, che sia stata eseguito un test che attesti la presenza di un tumore con gene HER-2. Herceptin va somministrato come infusione per 90 minuti.

CONTROINDICAZIONI/EFFETTI SECONDARI: Ipersensibilità al principio attivo e/o ad uno dei suoi componenti o alle proteine murine. Pazienti con dispnea a riposo grave, dovuta a complicanze di neoplasie avanzate, o pazienti che necessitano di ossigeno-terapia supplementare. L’uso di herceptin è associato a cardiotossicità, infatti tutti i pazienti devono essere sottoposti ad un attento monitoraggio cardiaco.  Il rischio di complicazioni cardiovascolari è maggiore quando Herceptin è utilizzato in combinazione con le antracicline. Pertanto, Herceptin e le antracicline non devono essere correntemente utilizzati in associazione, se non in studi clinici ben controllati con monitoraggio cardiaco. Possono verificarsi reazioni nel sito di infusione come reazioni simil-allergiche ed ipersensibilità. Altre complicazioni, meno frequenti, sono dispnea, ipotensione, respiro affannoso, ipertensione, broncospasmo, tachiaritmia sopraventricolare, ridotta saturazione dell’ossigeno, anafilassi, sofferenza respiratoria, orticaria e angioedema. Inoltre, i pazienti trattati con trastuzumab devono essere informati della possibilità di insorgenza di complicazioni polmonari entro sei ore dall’infusione.

 NOTE: Tra le terapie per il trattamento del carcinoma mammario spicca quella basata sull’anticorpo monoclonale trastuzumab, meglio noto come Herceptin, capace di curare una percentuale di malate di circa 25/30 per cento ed in grado di dimezzare il volume della massa tumorale se paragonato con le terapie standard. L’efficacia è dovuta al meccanismo d’azione che prevede l’inibizione di una molecola chiamata HER2, capace di accelerare la crescita del tumore e la presenza di altre cellule neoplastiche. E’ necessario quindi che il trattamento con Herceptin sia somministrato solo alle donne che hanno un determinato tipo di tumore per cui l’accertamento preventivo della presenza di HER2 è  fondamentale, sia perchè il farmaco costa al SSN decine di migliaia di euro all’anno, sia perchè i test effettuati in Europa e negli Stati Uniti per verificare la presenza della molecola hanno un alto margine di errore, che si aggira, in media, attorno al 25 per cento, rischiando così, in altre parole, di trattare inutilmente una donna su quattro. L’Istituto Regina Elena di Roma ha però individuato una metodologia basata sull’utilizzo di un microscopio ottico ed una colorazione non fluorescente che permette di effettuare dei test sulla presenza di HER2 molto più affidabili.

Altri farmaci indicati nella terapia dei tumori con presenza di HER2 sono il Tykerb (lapatinib) e Xeloda (Capecitabina).

[Fonti principali: AAVV, StudioMedicoTorrino.it, AAVV Corriere.it, AAVV MolecularLab.it, AAVV, E-Oncologia.net]

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