La retinite pigmentosa è una malattia degenerativa dell’occhio che condanna, nel tempo, colui che ne viene affetto ad una totale cecità. Le cose da ora potrebbero cambiare, almeno parzialmente. Nei giorni scorsi è infatti stato effettuato il primo trapianto al mondo di protesi retinica. Avvenuto a Pisa, sotto l’egida del prof. Stanislao Rizzo, si tratta della prima operazione di questo genere al mondo effettuata grazie ad un dispositivo messo a punto in California.
L’importanza di questa operazione risiede nel fatto che si tratta del primo intervento su essere umano dopo la chiusura della fase di sperimentazione, durata per due anni. Questa “retina artificiale”, chiamata Argus II, è in grado di ripristinare una parziale capacità visiva nel paziente. Molto di più di ciò che potrebbe sperare una qualsiasi persona affetta da retinite pigmentosa in fase avanzata. Va sottolineato che si tratta del primo dispositivo approvato dalla Comunità Europea in tal senso.
L’intervento, durato quattro ore, nonostante la sua complessità, si è svolto perfettamente. Appena l’occhio avrà avuto tempo di ristabilirsi dalla chirurgia effettuata, gli specialisti attiveranno e calibreranno il dispositivo in modo tale che il paziente possa tornare a vedere. Per ottenere maggiori risultati verrà dato il via anche ad un percorso di riabilitazione.
Entriamo nello specifico del funzionamento: la protesi è costituita da piccolissimi elettrodi collegati alla retina del paziente che attraverso una microscopica telecamera captano il messaggio visivo, e lo traducono in un “modello primitivo di possibilità di vedere” per la retina in modo tale da dare al cervello la possibilità di riconoscere gli oggetti.
Decisamente entusiasta del risultato l’assessore regionale del diritto alla salute Daniela Scaramuccia, che spiega:
Ricerca e innovazione sono elementi fondamentali per migliorare le opportunità di cura per i nostri pazienti, e l’intervento straordinario di oculistica effettuato a Pisa lo dimostra chiaramente. La Regione Toscana non si tirerà indietro e continuerà, pur nella congiuntura economica attuale di estrema difficoltà che tutti conosciamo, a sostenere con politiche adeguate la ricerca e gli investimenti, perché l’eccellenza in sanità come in ogni altro settore e va alimentata quotidianamente senza interruzioni.
Si apre quindi in questo modo una speranza per tutte le persone non vedenti.
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