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Vitiligine, le terapie disponibili

La vitiligine è una malattia cronica della pelle caratterizzata dalla perdita di pigmento. A che punto siamo con le terapie che la riguardano?

Come trattare la vitiligine

Questa malattia causa una depigmentazione in zone specifiche derivante dal fatto che le cellule che producono melanina (melanociti) vengono in qualche modo danneggiate o distrutte. E’ un problema che può colpire persone di ogni età e in molti casi ha un forte impatto estetico e psicologico.

Le cause non sono ancora completamente note. Si pensa però che vi siano coinvolti fattori genetici, autoimmuni e stress ossidativo a livello cellulare. Poiché la vitiligine colpisce la pelle, la sua comparsa può creare disagio, influenzare l’autostima e la qualità della vita. Pur non esistendo ancora una cura “completa” della vitiligine, negli ultimi anni la ricerca ha fatto notevoli passi avanti.

Esistono al momento, infatti, tre tipi di trattamento: quelli “tradizionali”, quelli più recenti di tipo mirato e le strategie in sperimentazione. Per molte persone affette da vitiligine le prime indicazioni riguardano farmaci topici (come corticosteroidi o inibitori della calcineurina) e la fototerapia (irradiamento cutaneo controllato con UV). Ad esempio, gli inibitori della calcineurina come il Tacrolimus sono raccomandati come prima linea soprattutto in zone delicate come viso o collo.

La fototerapia, in particolare con UVB a banda stretta, resta una scelta valida quando l’area coinvolta è più ampia o la progressione è attiva. In alcuni casi di attivazione rapida della malattia si ricorre anche a cicli di corticosteroidi orali per stabilizzare la situazione.

Molte le sperimentazioni in atto

Questi approcci tradizionali però non garantiscono sempre un recupero completo del colore della pelle e la risposta può variare molto da persona a persona. Negli ultimi anni, in tal senso, sono stati creati dei farmaci che agiscono sui meccanismi molecolari alla base della malattia. Come la crema a base di Ruxolitinib, un inibitore delle Janus-chinasi che si è dimostrata efficace in trial clinici.

Anche altri farmaci sono in sperimentazione: gli inibitori JAK come Upadacitinib, Ritlecitinib e Brepocitinib, così come anticorpi monoclonali diretti contro altre vie immunitarie. Si tratta perlopiù di sostante utilizzate in studi clinici avanzati.

Pur essendo promettenti, queste opzioni più avanzate non sono ancora accessibili ovunque e in alcuni paesi ci sono limiti all’accesso o valutazioni in corso sul rapporto costi-benefici. Per esempio, nel Regno Unito l’ente regolatore ha deciso di non raccomandare Ruxolitinib per la vitiligine nel sistema sanitario nazionale, per ragioni economiche e di utilità clinica.

In aggiunta ai trattamenti farmacologici e alla fototerapia, vi sono approcci combinati che sembrano dare risultati migliori: ad esempio, uno studio pubblicato nel 2025 ha mostrato che combinare laser excimer-308 nm con inibitori JAK può portare a una repigmentazione più rapida e più duratura rispetto ai trattamenti individuali.