Con l’espressione vene varicose – o varici – si fa riferimento a un disturbo caratterizzato dalla dilatazione permanente di alcune vene, tant’è che popolarmente si parla spesso di “vene ingrossate”. Di norma questo problema interessa gli arti inferiori.
Questa problematica è molto frequente nella popolazione adulta, soprattutto di sesso femminile, tant’è che la stringa “vene varicose quando preoccuparsi” è piuttosto comune nelle ricerche Google relative all’apparato circolatorio.
Va precisato che in sé e per sé le vene varicose non sono un disturbo particolarmente grave, ma si tratta pur sempre di una condizione patologica che potrebbe evolvere in quadri più seri e conseguentemente non deve essere sottovaluta derubricandola a problema meramente “estetico” causato dall’aspetto bluastro-violaceo dei vasi sanguigni in rilievo ben visibili sulla cute.
Fatta questa necessaria premessa, scopriamo quali sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo di questa condizione e quali rimedi si possono adottare.
Quali sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo di vene varicose?
Sono diversi i fattori che aumentano il rischio di comparsa di vene varicose.
Uno di questi è l’età; il disturbo è infatti più comune nella popolazione adulta e anziana. La spiegazione è piuttosto semplice: con il passare degli anni le pareti diventano meno elastiche e le valvole presenti a livello delle vene diventano più deboli.
Anche la familiarità ha il suo peso, così come lo ha il sesso femminile; come accennato infatti le vene varicose si sviluppano con maggiore frequenza nelle donne (rapporto 4:1) e peraltro in forme più pesanti.
Altro fattore di rischio è la gravidanza; in gioco ci sono sia gli inevitabili cambiamenti ormonali legati alla gestazione, sia l’aumento del volume di sangue (necessario per supportare la crescita fetale), sia perché negli ultimi mesi di gravidanza le vene degli arti inferiori sono sottoposte a una maggiore pressione.
Vi sono poi fattori di rischio comportamentali come il sovrappeso, l’obesità e la sedentarietà.
Quali rimedi si possono adottare?
Se alcuni fattori di rischio non sono modificabili (familiarità, età e sesso), altri sono di natura comportamentale e quindi è possibile intervenire.
Di grande aiuto può essere la pratica di una regolare attività fisica perché di fatto contribuisce all’eliminazione dei fattori sovrappeso, obesità e sedentarietà.
È comunque necessario associare un regime alimentare equilibrato perché in caso contrario si potrebbero vanificare gli effetti della pratica sportiva.
Un ottimo rimedio è poi il ricorso alle calze elastiche a compressione graduata; sono dei presidi sanitari che esercitano una compressione decrescente dalle caviglie fino ad arrivare al ginocchio oppure alla coscia. Ciò favorisce il ritorno del sangue verso il cuore evitando il suo accumulo a livello di piedi e caviglie.
Per quanto le calze a compressione graduata non siano risolutive, sono un rimedio molto efficace per quanto riguarda il contenimento del disturbo; in sostanza evitano che esso vada incontro a peggioramenti ed evolva in quadri più seri. Possono anche avere funzione preventiva.
In alcuni casi, dietro supervisione medica, si possono assumere farmaci e o integratori che sono in grado di rinforzare le pareti venose e combattere l’infiammazione. Vi sono anche rimedi farmacologici che possono ridurre il rischio di formazione di trombi venosi. Gli interventi chirurgici sono riservati alle situazioni più complesse.
Vene varicose: quando preoccuparsi?
In alcuni casi, fortunatamente piuttosto rari, il quadro clinico delle vene varicose può complicarsi e possono insorgere complicanze più o meno gravi come sanguinamenti, trombosi venosa superficiali, flebiti, dermatiti e insufficienza venosa cronica. Se si notano quindi peggioramenti del solito quadro è necessario consultare il proprio medico curante che deciderà la linea d’intervento più appropriata.