La donazione degli organi diventa obbligatoria in Colombia, per legge. Mentre nel resto del mondo, Italia compresa, vi è la necessità di esprimere la propria volontà, nel paese Sudamericano a meno che non si esprima chiaramente parere contrario mentre si è in vita, si verrà considerati automaticamente donatori.
Un modo per mantenere la scelta personale sulla donazione degli organi ma al contempo rendere possibile la guarigione di molte più persone in attesa di trapianto rispetto al passato. La riforma è stata nominata “Presunzione legale di donazione degli organi” ed introduce tra le altre cose, un’ulteriore importante novità: il parere dei famigliari non conta. Spesso e volentieri infatti sono gli stessi a rappresentare un “impedimento” all’espianto se all’interno dei beni personali della persona donatrice non vengono trovati dei documenti che ne autorizzino la procedura.
Ad un primo sguardo per quanto proclamatosi di “umanità”, il provvedimento fortemente voluto dal governo di Juan Manuel Santos può sembrare un modo per non dare via d’uscita alla popolazione in tal senso. In realtà, se ci si riflette, è uno dei più grandi gesti di riforma ottenibili in questo ambito. La paura insita nelle persone è quella che gli organi vengano espiantati quando vi siano ancora speranze di ripresa dei propri cari. Non è così: una volta che la persona ricoverata in gravissime condizioni entra in morte cerebrale, vi è una commissione che per uno specifico periodo di tempo verifica l’irreversibilità di questo stato, per un periodo mai inferiore alle 6 ore .
Con le parole “morte cerebrale” si intende uno stato di incoscienza dove vi è l’elettroencefalogramma piatto, mancati riflessi del tronco cerebrale, l’assenza di respirazione spontanea ed uno stato di incoscienza. Dopo il periodo di osservazione si staccano gli apparecchi che consentono la respirazione e la circolazione artificiale. Se nei due minuti successivi la respirazione non riprende, viene dichiarata la morte della persona e si procede all’espianto.
Ecco quindi che attraverso una legge come quella colombiana si può riuscire a salvare più vite di quanto avvenga ora, curando quelle patologie che necessitano del trapianto di organi per raggiungere uno stato di guarigione.
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