Il 27 giugno si celebra la Giornata Mondiale della spirometria per sensibilizzare la popolazione sulle malattie respiratorie. Secondo i dati Eurispes, infatti, le affezioni dell’apparato respiratorio, solo nel nostro Paese, sono al terzo posto tra le cause di morte, dopo i tumori e le patologie cardiovascolari. La situazione è piuttosto preoccupante, tanto da far parlare gli esperti di emergenza sanitaria.
La prevenzione, anche in questo caso, è l’arma più efficace contro le malattie respiratorie. A Roma, in occasione della Giornata Mondiale della spirometria, ci sarà un’iniziativa dedicata ai cittadini, che potranno sottoporsi ad una spirometria presso il gazebo installato nella galleria Alberto Sordi. Si discuterà anche di inquinamento atmosferico e indoor, della prevenzione delle malattie dell’apparato respiratorio attraverso il controllo dell’abitudine o dipendenza dal fumo di tabacco, dell’importanza della spirometria come mezzo di screening e diagnosi delle principali affezioni respiratorie, delle terapie farmacologiche più efficaci, senza tralasciare le malattie rare.
Come ha spiegato Francesco Blasi, Incoming President dell’European Respiratory Society e Professore di Malattie Respiratorie all’Universita’ di Milano:
Già oggi mezzo miliardo di persone nel mondo soffre di asma o broncopneumopatia cronica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che negli anni scorsi circa 4 milioni di persone l’anno sono morte a causa di patologie respiratorie croniche e che in questo decennio tale numero aumenterà del 30%. Tra le malattie trasmissibili, la polmonite rappresenta il killer numero uno tra i bambini minori di cinque anni, provocando un numero maggiore di morti rispetto a malaria, Aids e morbillo messi insieme. Senza contare che entro i prossimi 10 anni, ci sarà un incremento delle malattie non trasmissibili del 17%.
Mentre, infatti, le morti per malattie cardiache, ictus e tumori sono diminuite negli ultimi 3 decenni, quelle per BPCO sono raddoppiate nello stesso lasso di tempo. Secondo gli esperti, le ragioni da imputare ad un amento così vertiginoso delle malattie respiratorie sono da un lato gli investimenti limitati nella ricerca, e dall’altro la poca prevenzione dei fattori di rischio, primo fra tutti il fumo di sigaretta.
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