Uno studio internazionale, nato dalla collaborazione tra l’Università Statale di Milano ed il Centro Cardiologico Monzino IRCCS e pubblicato su Pharmacological Research ha individuato la possibilità di impiegare il Montelukast, nota molecola attiva nellapprevenzione e cura dell’asma per trattare l’ischemia cerebrale.
Riposizionare i farmaci in commercio è una nuova strategia volta ad identificare nuove indicazioni per determinate molecole oltre quelle per cui era stato creato. L’obiettivo, oltre l’identificazione di un’efficacia terapeutica è ovviamente quello di ridurre tempi e costi normalmente richiesti per gli studi preclinici e per la valutazione del profilo di sicurezza.
Lo studio in questione è stato finanziato dal bando ERA-NET NEURON e coordinato dalla professoressa Elena Tremoli, docente dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Scientifico del Centro Cardiologico Monzino IRCCS, e dalla professoressa Maria Pia Abbracchio del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari.
Montelukast che fa parte di una classe di farmaci antiasmatici già ampiamente utilizzati, si è dimostrato in grado di stimolare il ripristino della connettività cerebrale promuovendo la maturazione di un tipo di cellule simil-staminali ancora presenti nel cervello adulto in cellule mature produttrici di mielina, la sostanza isolante che, avvolgendo i prolungamenti nervosi, permette la trasmissione di messaggi fra una cellula e l’altra. Ciò aiuta a contenere il danno nelle fasi immediatamente successive all’ischemia e di attivare una fase riparatrice delle fibre nervose nella fase successiva.
Gli autori dello studio, pur sottolineando l’importanza dei risultati ottenuti, hanno evidenziato comunque la necessità di ulteriori approfondimenti circa i meccanismi cellulari che conducono all’efficacia terapeutica. Di certo, se confermati i risultati, una volta compresi i meccanismi l’applicazione clinica del montekulast nei pazienti con ictus potrebbe arrivare precocemente visto che si tratta di un medicinale già in commercio, largamente impiegato e con un’alta tollerabilità.
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Fonte: Nbci
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