Presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma apre il primo e unico centro in Italia per la cura del linfedema, una malattia che colpisce i vasi linfatici degli arti (gambe e braccia) ed è caratterizzata da gonfiore. Molto spesso ad esserne colpite maggiormente sono le donne che hanno effettuato interventi di chirurgia oncologica per asportazione di un tumore al seno o all’apparato ginecologico, ma non solo: il linfedema è purtroppo una patologia sempre più diffusa.
Il nuovo centro, diretto dalla professoressa Marzia Salgarello, Direttore UOC Chirurgia Plastica e Ricostruttiva – Responsabile del Centro per il Trattamento Chirurgico del Linfedema del Gemelli, si prefigge come obiettivo quello di trattare questa malattia con un approccio microchirurgico di ultimissima generazione, caratterizzato da metodiche definite fisiologiche, ovvero in grado di agire nel pieno rispetto di anatomia e fisiologia del sistema linfatico che viene seriamente compromesso dalla malattia.
In Italia si registrano ogni anno 40mila nuovi casi, gli stessi numeri del cancro della mammella, ecco perché l’apertura del primo centro italiano per il trattamento di questa patologia segna un passo avanti importante. Il linfedema è una patologia cronica, che progredisce rapidamente e fortemente debilitante, causata dall’accumulo patologico di liquido (linfa) nei tessuti (linfostasi) degli arti superiori o inferiori. A mano a mano che la malattia va avanti, la parte del corpo colpita perde di sensibilità e mobilità. Il disturbo è accompagnato molto spesso anche da dolore, a infezioni ricorrenti e alterazioni cutanee tanto da inficiare in modo marcato la vita della persona che ne viene colpita.
Esistono forme di primarie e secondarie di linfedema che si caratterizzano per diverse caratteristiche: quelle primarie sono dovute a malformazioni dei vasi del sistema linfatico, quelle secondarie, sono invece causate da eventi avversi esterni che alterano la normale funzione del sistema linfatico. Tra i fattori scatenanti il linfedema secondario c’è la chirurgia oncologica.
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