C’è rapporto tra adolescenti aggressivi e anomalie cerebrali. Uno studio condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” in collaborazione con diversi atenei internazionali ha reso possibile scoprire come dal punto di vista anatomico il cervello degli adolescenti con comportamenti antisociali sia diverso da quello di giovani più “calmi”.
Nella ricerca pubblicata sulla rivista di settore Journal of Child Psychology and Psychiatry, gli scienziati hanno utilizzato tecniche di imaging come la risonanza magnetica per visualizzare la struttura cerebrale di adolescenti di sesso maschile con una diagnosi di “disturbo della condotta sociale“. Esso è una patologia neuropsichiatrica i cui sintomi sono una aggressività estrema, tendenza a mentire, comportamenti fraudolenti e l’uso di armi e droghe. Come spiega Luca Passamonti dell’Istituto di bio-immagini e fisiologia molecolare del Cnr:
Nello specifico, abbiamo studiato lo sviluppo coordinato di numerose regioni del cervello, prendendo in riferimento in particolare lo spessore della corteccia cerebrale. L’idea alla base dello studio è che le regioni cerebrali che si sviluppano in modo simile abbiano spessori corticali di livello comparabile.
Già in passato lavori pregressi avevano mostrato che negli adolescenti aggressivi l’amigdala ha delle anomalie rispetto a quella di coloro che non mostrano comportamenti asociali: fino ad ora però si è ritenuto troppo superficiale unire al cambiamento di una sola area problematiche così compresse. Ed a ben vedere visto che lo studio dimostra come siano molte di più le aree del cervello coinvolte in questo caso.
Per giungere alle loro conclusioni i ricercatori hanno preso un campione di 58 adolescenti maschi con disturbo della condotta sociale, di cui: 33 partecipanti nella forma che emerge nell’infanzia, 25 nella forma che compare durante la fase adolescenziale, e 25 sani. E’ emerso dalle analisi condotte, e rispetto al gruppo di controllo, che i ragazzi affetti da disturbi del comportamento fin dall’infanzia presentavano un alto numero di correlazioni nella corteccia cerebrale che potrebbe dipendere da anomalie dello sviluppo. In quelli in cui il disturbo è emerso nell’adolescenza il numero di correlazioni è apparso minore, suggerendo un tipo cause differenti, come l’incapacità di selezionare le connessioni simpatiche più forti e durature.
Non si tratta quindi solo di una forma di ribellione, ma di un vero e proprio problema cerebrale che differisce anatomicamente nella caratteristiche a seconda della sua comparsa.
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