Vivere a contatto con la natura, sia prendendosi cura del proprio orticello, che vivendo fuori città, aiuta a prevenire i sintomi dell’ipertensione e dimezza i rischi di arteriosclerosi. A sostenerlo, è uno studio dell’Università della California a Santa Barbara, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista dell’American Heart Association Hypertension.
I ricercatori americani, infatti, hanno scoperto come le persone che vivono a stretto contatto con la natura abbiano generalmente la pressione sanguigna più bassa e regolare rispetto a chi, invece, vive in città.
Per capire in che misura lo stile di vita influenza la salute del cuore e delle arterie, gli esperti hanno preso in esame 2.296 persone che vivono in un’ottantina di villaggi indigeni in un’area nelle pianure della Bolivia, che si mantengono essenzialmente di raccolta, agricoltura, caccia e pastorizia. La dieta è composta da riso, manioca, mais, selvaggina, pesce e banane.
Secondo i ricercatori, studiare lo stile di vita di queste popolazioni e le loro malattie croniche può fornire informazioni utili. Lo studio ha avuto una durata di 10 anni e dimostra come esistano differenze importanti nei valori della pressione arteriosa tra loro e chi conduce una vita cittadina.
Per quanto la pressione arteriosa delle popolazioni indigene avesse fatto registrare un aumento, cosa per lo più naturale con l’avanzare dell’età, è emerso come solo il 3% soffrisse di ipertensione, un’inezia se paragonato al 33,5% di chi vive in città.
Come ha concluso il dottor Daniel Lemogoum, cardiologo e autore principale dello studio:
Il nostro studio mostra che l’effetto dell’invecchiamento sulla arterosclerosi è smussato da uno stile di vita tradizionale.
Vivere nel cosiddetto mondo “civilizzato” dunque, non sempre è un bene per la nostra salute, e non sarebbe così sbagliato riscoprire uno stile di vita più equilibrato, anche rispetto a quello che ci circonda. Ben venga per chi ha un fazzoletto di terra di cui prendersi cura!
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