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Mancanza di sonno, cosa succede al cervello

Cosa succede in mancanza di sonno?  Sappiamo che dormire bene è fondamentale per mantenere uno stato di salute adeguato. Vediamo insieme come reagisce il nostro cervello.

Cosa causa la mancanza di sonno

Dormire poco o male non è solo una questione di stanchezza. Le ultime ricerche mostrano che la mancanza di sonno ha effetti molto concreti e spesso sottovalutati sul cervello. Quando non dormiamo in modo sufficiente, il nostro cervello inizia a funzionare in modo differente. Compromettendo memoria, attenzione, regolazione emotiva e persino la capacità di ripararsi.

La perdita di sonno danneggia la memoria perché altera la struttura e la connettività dei neuroni nella zona dell’ippocampo, la parte del cervello deputata all’apprendimento e al consolidamento delle nuove informazioni. In uno studio condotto su modello murino, solo cinque ore di privazione hanno ridotto il numero di spine dendritiche (connessioni che permettono ai neuroni di comunicare) in un’area chiamata CA1 dell’ippocampo.

Ciò significa che anche brevi periodi di sonno insufficiente possono impedire al cervello di memorizzare come dovrebbe.

La mancanza di sonno poi altera la capacità del cervello di “ripulirsi” durante la notte. Durante un sonno normale, entra in azione il sistema chiamato sistema glicemico–linfatico che favorisce il passaggio di liquido cerebrospinale e aiuta a rimuovere prodotti di scarto metabolici dalle cellule cerebrali.

In un recente studio del MIT, inoltre, si è osservato che quando le persone dormivano male, durante momentanei blackout dell’attenzione si poteva osservare un’onda di liquido che fluiva fuori dal cervello come se la pulizia fosse iniziata prematuramente ma a costo di perdere capacità di concentrarsi.

Diverse le aree coinvolte

Più in generale è possibile sottolineare come in mancanza di sonno il nostro cervello sia meno efficiente nella quotidianità quando privato del giusto riposo. In tali circostanze si registra spesso anche un aumento dei cosiddetti microsleep, ovvero brevi sonni involontari. E un rallentamento del tempo di reazione, della concentrazione e del ragionamento. E’ come se in alcune parti l’encefalo si comportasse come se già stesse dormendo, anche da svegli.

Dal punto di vista emotivo e comportamentale, la mancanza di sonno rende più difficile controllare le emozioni, mantenere la calma, prendere decisioni e adattarsi ai cambiamenti. Le aree prefrontali che si occupano di “spegnere” ricordi o pensieri invasivi non funzionano nel modo in cui ci si aspetta che lo facessero.

E uno studio dell’University of York ha mostrato che chi dormiva poco aveva difficoltà a sopprimere ricordi sgraditi, perché l’attività della corteccia prefrontale era ridotta.

Non dormire, inoltre, sembra essere collegato anche a un invecchiamento cerebrale più rapido e a un maggiore rischio di sviluppare malattie neurodegenerative. E’ per tale ragione che deve essere favorito il più possibile un riposo adeguato.