Chi fino ad ora ha sostenuto che la dipendenza da sesso fosse una vera malattia avrà presto ragione del suo pensiero. A breve sarà infatti inserita dagli esperti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Come si fa a capire se si è affetti da questa patologia? Ci pensa uno studio condotto dall’Università della California di Los Angeles a spiegarlo.
Il sesso è divertente e fa bene. Ma come in tutte le cose, quando in quantità si superano certi limiti è un male. Come capire quando il troppo è effettivamente tale? La ricerca condotta dagli statunitensi è nata proprio per rispondere a questa domanda. La sex addiction è sempre stata ritenuta una malattia mentale, anche se prima dell’ufficialità della presenza all’interno del “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali” (DSM).
Gli scienziati hanno preso un campione di 207 persone ricoverate in diverse cliniche per la salute mentale. Importante: gli autori dello studio non erano coscienti delle cause dell’ammissione nelle strutture. Alla fine si è poi constatato che 20 erano ricoverati per abuso di sostanze, 35 per diverse condizioni psichiatriche e ben 152 per problemi di comportamento o natura sessuale. Sarà in base a questo specifico studio dove si è tentato di dare una definizione precisa del “disordine ipersessuale” che l’American Psychiatric Association che valuterà se e come includere la dipendenza da sesso nella guida.
Il coordinatore della ricerca, Rory Reid ha spiegato che quello che hanno tentato di fare è dare un “limite certo” alla differenza tra chi fa “sesso frequentemente” e chi ha “un’attività sessuale eccessiva”. In questo modo si potrà suddividere chi è effetto dalla patologia o chi non lo è. Attenzione, si fa un poderoso distinguo tra il disturbo e l’utilizzo di pornografia, al contrario comune.
La definizione scelta comprende anche la presenza, citiamo, di “fantasie ricorrenti e intensi impulsi sessuali, insistenze sessuali, e comportamento sessuale [eccessivo]” che perdurano da almeno 6 mesi”, apportando disagio al paziente o interferendo in modo erroneo nella vita sociale e lavorativa. Su 134 dei 152 ricoverati per motivazioni sessuali, ben 134 mostravano il disturbo.
American Psychiatric Association
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