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Vittorio Sgarbi e la depressione, cosa succede?

Vittorio Sgarbi è attualmente ricoverato in ospedale per le conseguenze della grave depressione di cui soffre. Ma cosa sappiamo delle sue condizioni di salute?

Cosa è successo a Vittorio Sgarbi

Al netto della eventuale simpatia o antipatia nei confronti del personaggio possiamo però ricostruire ciò che Vittorio Sgarbi ha passato ultimamente dal punto di vista della salute. E tentare di capire il perché delle sue condizioni attuali.

Al momento infatti il critico d’arte non si alzerebbe dal letto e rifiuterebbe il cibo. Lui stesso, nel corso di un’intervista, ha confermato di aver perso parecchi chili e di fare fatica a fare qualsiasi cosa. Da più di una settimana è ricoverato presso il Policlinico Gemelli, nel reparto Solventi, alla ricerca di una terapia che possa aiutarlo.

Da quel che si sa, nonostante abbia smesso di scrivere sui social network, ha ancora il cellulare con il quale si tiene in contatto con le persone a lui care. Le quali, anche approfittando di mezzi forse non consoni per i loro approcci, stanno cercando di scuoterlo.

Attualmente vicino a Vittorio Sgarbi c’è anche la sorella Elisabetta, regista ed editrice della Nave di Teseo. Chi lo conosce, a quanto pare, pensa che i problemi siano iniziati potenzialmente quando nel 2018 è morta la madre Rina. Sarebbe stato quella la scintilla che ha fatto accendere la depressione di cui soffre. Dopo un ricovero volontario (qualche mese fa) di appena due giorni, come ricostruisce il quotidiano Open, sarebbe avvenuto il peggioramento.

Diversi problemi di salute non hanno aiutato

Secondo Repubblica poi, il peggioramento della sua depressione sarebbe legato alla scoperta di un tumore alla prostata e all’intervento al cuore, accompagnati dagli avvenimenti degli ultimi anni. Pur mettendo da parte i vari eventi di cui è stato protagonista, a livello medico di certo non si tratta di una situazione facile.

Quando la depressione colpisce in modo così forte vi è bisogno di una terapia adeguata che riesca a coinvolgere mente e corpo. E che in persone dal carattere di Vittorio Sgarbi può avere conseguenze decisamente più forti a livello di entità.

Non si rischia di dire bugie quando si ipotizza che lo spiccato narcisismo che caratterizzava il critico d’arte sia stato in parte colpevole dell’entità di questa depressione. Un ricovero come quello attualmente in atto può aiutare il critico a trovare la forza di reagire, ma soprattutto a trovare una terapia che possa concedergli un graduale ritorno alla normalità.

Se sentite di poter essere affetti da questa patologia non rimandate il momento nel quale affrontarla. Chiedete aiuto a un terapeuta.