Oggi parliamo di una forma di bullismo poco conosciuta ma molto diffusa, quello femminile. Questa forma di fenomeno, come già detto, è molto poco conosciuto poiché subdolo ed è molto praticato tra le ragazzine; questa tipologia di comportamento fa leva sulla parte strettamente psicologica della vittima motivo per cui è anche chiamato bullismo psicologico. Il bullismo maschile e quello femminile hanno in comune la enorme capacità distruttiva e l’ incisività sull’autostima e sulla capacità di relazione; il bullismo femminile tuttavia arriva lì dove la violenza fisica, spesso applicata dal sesso maschile, non arriva e riesce a raggiungere obiettivi che appunto nel bullismo tra maschi non si arriverebbero mai a raggiungere.
Ciò a cui mira questa tipologia di bullismo è non la violenza fisica quindi, ma la distruzione dell’ immagine esteriore ed interiore della vittima. L’escalation di questo fenomeno avviene nell’adolescenza e tipicamente presenti sono la calunnia, l’ ostracismo del gruppo (inteso sia come pari che gruppo classe), le prese in giro sul fisico, sul modo di vestire sul carattere e così via… tali atteggiamenti hanno lo scopo di rafforzare l’immagine di colei che effettua bullismo rispetto al resto del gruppo oltre che di puro divertimento.
Il lavoro, che queste persone dette anche “bulle” fanno, è di capire prima il punto debole della vittima per poi infierire in modo assai continuo e costante, fino a quando non riescono a scalfire la corazza (personalità) della poveretta. È ben comprensibile quali possano essere gli effetti di tali meccanismi su una personalità ancora in divenire e quindi non ancora bene strutturata. A tal proposito è importante dire che in primo luogo a risentirne è indubbiamente il senso di sicurezza nei confronti del gruppo e l’autostima, poi lo stile relazionale e quindi l’approccio con gli altri;
ciò con il passare del tempo può portare inevitabilmente ad un’ autoesclusione da parte della persona verso tutte le relazioni sociali, con conseguenti psicosomatizzazioni o nei casi più gravi esordi di disturbi alimentari come l’anoressia (in quanto il corpo è uno dei bersagli principali del bullismo psicologico) o ancora sindromi depressive di varia entità. Accanto a queste manifestazioni sintomatologiche alcuni giovani arrivano addirittura a lasciare la scuola e a rinchiudersi sempre più in se stessi, perdendo l’energia vitale per affrontare le situazioni.
Tale comportamento nei casi più estremi e qualora ci fossero già predisposizioni temperamentali e difficoltà familiari potrebbe portare al suicidio. L’identikit della “bulla” può essere delineato come l’essere prepotente, il non accettare regole e a livello relazionale la modalità di facile allontanamento da chi è diverso da lei; le bulle hanno sete di potere e sono aggressive e spietate. Facendo un parallelismo con il mondo animale, la bulla s’atteggia ad “ape regina” e si circonda di altre api (i membri del gruppo) isolando chi non le è gradita.
Si organizza, pianifica, sceglie con cura la vittima, utilizzando un’ aggressività molto sottile ed insincera. Al contrario, invece l’ identikit della vittima può essere rappresentato come una personalità fragile, timida, con disagi fisici o sociali ben visibili, o ancora come una persona molto bella ed appariscente che non sa reagire ai piccoli e grandi soprusi. Ciò che genera questa mancanza di coraggio nel gruppo e in particolar modo in alcune persone è l’ incoraggiamento a proseguire tale tipo di pratica;
assai raro se non inesistente è la difesa da parte dei restanti membri del gruppo che tendono a non manifestare le loro opinioni ed eventuali difese verso la vittima. La caratteristica peggiore di questo bullismo psicologico è che si maschera molto bene e che quindi è tenuto ben nascosto, per tali motivi sia da parte dei genitori che degli insegnanti è difficilissimo se non impossibile riuscire ad individuarlo; questo atteggiamento infatti crea le condizioni perché la vittima non possa dimostrare nulla di ciò che è accaduto. Per questo motivo è essenziale che da una parte chi si ritiene vittima di forme di bullismo ne parli, ma dall’altra gli adulti a cui ci si rivolge non sottovalutino il problema ma aiutino con costanza e determinazione chi a loro si è rivolto al fine di non lasciarlo solo in una situazione così difficile e scarsamente gestibile.