Se ci vogliamo recare in qualche Paese lontano per stabilirci un po’ più a lungo, magari per imparare la lingua, dovremo renderci conto che oltre ad un nuovo idioma, dovremo imparare anche a pensare in maniera differente. Nella comunicazione tra più persone, è noto da tempo, non si interagisce soltanto tramite parole, ma anche attraverso la cosiddetta “comunicazione non verbale“, cioè movimenti del corpo, sguardi, ammiccamenti.
Il problema è che se tutti questi “linguaggi del corpo” sembrano uguali nel nostro Paese, non lo sono in quelli lontani. Anzi, sono completamente differenti. Una ricerca condotta dall’Università di Glasgow, Scozia, ha stabilito che gli europei e gli asiatici comunicano in maniera diversa con tutto il viso: gli asiatici si interessano molto al movimento degli occhi, gli Occidentali a tutto il resto.
La ricerca ha preso in esame 13 individui Occidentali e 13 Orientali, e li hanno messi di fronte ad alcune fotografie di volti. A loro veniva chiesto di classificare le espressioni che vedevano in base alle categorie emotive che esprimevano (felicità, tristezza, sorpresa, paura, disgusto, rabbia o neutralità), e i risultati sono stati sorprendenti.
Messe a confronto le classificazioni fatte dai due gruppi, Rachael Jack, il coordinatore della ricerca, ha spiegato che le persone asiatiche fissavano soltanto gli occhi delle persone, e così ad esempio se lo sguardo era triste, ma con la bocca sorridevano, per loro la persona era triste. Al contrario, gli Occidentali fissavano non solo gli occhi, ma anche la bocca, la fronte, ed i lineamenti del volto in generale. Secondo Jack, questa discrepanza la si può notare anche nei nuovi linguaggi come quelli usati con il computer, in cui le emoticon, le faccine che esprimono il nostro stato d’animo, sono differenti a seconda della zona del mondo con cui stiamo chattando.
Insomma, conclude il ricercatore, tradurre la fisionomia facciale è come tradurre una nuova lingua, e studiare la mimica del volto può essere un canale per studiare la cultura di un popolo.
[Fonte: Corriere della Sera]