Parlando di dipendenza affettiva ci riferiamo ad una tipologia di dipendenza avente origini abbastanza recenti (anni ’70) e predominante nel sesso femminile. Esistono molti sinonimi per definire la dipendenza affettiva: droga d’amore, intossicazione psicologica e molti altri. Spesso accanto ad una donna “salvatrice” c’è un uomo che non si prende le responsabilità, accanto ad una donna che è stata abbandonata da piccola, può esserci un uomo che la trascura e la tratta male.
La dipendenza affettiva è una forma di amore che diventa ossessione, che annienta la persona che ne soffre e che ha radici nell’infanzia. Rifacendoci alle teorie dell’attaccamento di Bowlby possiamo ricondurre la dipendenza affettiva ad una forma di attaccamento estremamente ansioso che ha subito il bambino. Soggetti con tale dipendenza molto spesso non hanno trovato nella figura materna quella che è una “base sicura“; la base sicura, che nei primi anni di vita viene assolta dalla mamma, poi, attraverso l’interiorizzazione dei comportamenti e degli affetti scaturiti dalla figura di riferimento, diventerà una struttura interna capace di consolare e proteggere.
La dipendenza affettiva quindi trova la sua origine in bisogni infantili inappagati; i bambini i cui bisogni d’amore rimangono non riconosciuti possono adattarsi imparando a limitare le loro aspettative. Questo processo di limitazione può portare al formarsi di pensieri del tipo “i miei bisogni non contano“o “non sono degno di essere amato“; spesso si pensa che tenendo sotto controllo l’altro, si pensa erroneamente di controllare anche i propri sentimenti.
Gli adulti che soffrono di questa patologia scelgono persone che sembrano in grado di affrontare la vita e che si possano prendere cura di loro. Si potrebbe dire che investono su queste figure di riferimento, affinché queste ultime si facciano carico delle responsabilità che altrimenti spetterebbero a loro in prima persona. L’individuo permetterà passivamente che gli altri dirigano la sua vita, evitando di fare richieste per paura di perdere queste relazioni considerate un vero e proprio rifugio. Tutto ciò comporta un’estrema dipendenza che si manifesta con la difficoltà a prendere delle decisioni importanti e soprattutto autonome.
Detto individuo avrà necessità di continue ed ulteriori rassicurazioni da parte di persone per lui significative. Ci sarà una predisposizione alla depressione. Gli elementi che caratterizzano la dipendenza affettiva sono un amore ossessivo, inibito, parassitario, in soggetti che tendono ad evitare il cambiamento e che richiedono l’assoluta devozione dell’amato in un rapporto manipolato ed ossessivo.
L’ansia è l’elemento portante che predomina in questo scenario. I sintomi della dipendenza affettiva sono la paura dell’abbandono, l’annientamento di se, la paura della solitudine, sensi di colpa e rabbia e la svalutazione dei sentimenti. Raramente se ne prende coscienza; tuttavia è da dire che la prima strada per coloro che desiderano uscire da questa situazione è la consapevolezza di non stare bene, di vivere come esseri subordinati senza alcun diritto e dignità, all’insegna della solitudine e della frustrazione.