Quando si è a dieta, spesso si decide di saltare il proprio pasto preferito perché carico di calorie, e sostituirlo con cibi sani. Questo avviene perché scatta l’auto-controllo, una capacità che sembra essere più facile ad alcuni di noi rispetto ad altri. Ora, gli scienziati del California Institute of Technology (Caltech) hanno scoperto le differenze nel cervello di persone che sono in grado di esercitare il controllo autonomo rispetto a quelle che lo trovano quasi impossibile.
La chiave? Anche se tutti usano la stessa area del cervello per fare questo tipo di operazioni, una regione cerebrale secondaria modula l’attività della prima regione in persone con un buon self-control, che consente loro di valutare i fattori più astratti, in aggiunta ai desideri di base, come il gusto di fare una scelta migliore.
Questi risultati non solo forniscono una conoscenza delle interazioni tra le persone che mantengono il self-control e coloro che non ce la fanno, ma può anche spiegare come alcune decisioni richiedono un certo grado di volontà. L’esperimento prevedeva che ad un gruppo di volontari, tutti a dieta, venivano mostrate le foto di 50 prodotti alimentari, che andavano dalla verdura agli snack al cioccolato. I partecipanti sono stati invitati a votare ciascuno dei prodotti alimentari sulla base di quanto gli piacevano e quanto pensavano che il cibo fosse gustoso. Successivamente, gli venivano mostrate le stesse foto, ma stavolta gli veniva chiesto di votare ciascuno dei prodotti alimentari sulla base dei presunti benefici per la salute. Da tali valutazioni, i ricercatori hanno selezionato un “indice del cibo” per ogni volontario. Ad esempio, secondo questo indice, un alimento che era considerato a metà in termini di bontà, si supponeva portasse benefici per la salute.
Ai partecipanti venivano poi illustrati i 50 oggetti un’ultima volta e gli veniva chiesto di scegliere tra il mangiarli e rispettare i valori dell’indice. Tutte le volte in cui le diapositive venivano proiettate, il partecipante era posto all’interno di uno scanner per la risonanza magnetica, in modo che fosse noto il livello di ossigeno nel sangue dipendente da ogni segnale.
Dopo che tutte le scelte erano state fatte, i ricercatori sono stati in grado di individuare i 19 volontari che hanno mostrato un notevole self-control nelle loro scelte, i quali sono stati in grado di scegliere gli alimenti più sani, indipendentemente dal gusto. Essi sono stati anche in grado di identificare ulteriori 18 volontari che hanno mostrato molto auto-controllo, i quali indicavano come gustosi alcuni cibi indipendentemente dal loro valore nutritivo.
Quando i ricercatori hanno esaminato le scansioni del cervello dei partecipanti, hanno trovato differenze significative nel cervello nell’attività del gruppo che si controllava rispetto all’altro. Studi precedenti hanno dimostrato che le decisioni si riflettono nel cervello di una regione chiamata corteccia prefrontale ventromediale, o vmPFC. Se l’attività in vmPFC scende, spiega Todd Hare, un dottorato in neuroeconomia, significa che la persona è destinata probabilmente a dire di no a quella decisione; se risale, probabilmente la scelta sarà un sì. Nel caso di una persona che non si controlla invece, nel cervello non avviene alcuna decisione.
Fonte: [Sciencedaily]