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Sindrome genitali senza riposo, sintomi e cura

Sindrome genitali senza riposo: si tratta di un disturbo che sta conquistando sempre più attenzione in campo medico. Considerato una variante della sindrome delle gambe senza riposo si tratta di una malattia rara. Vediamone insieme i sintomi e le possibili cure.

La sindrome dei genitali senza riposo (o RGS secondo il suo acronimo anglosassone, N.d.R.), può essere in grado di causare disagio e disabilità nelle persone che ne sono affette. In passato è stata chiamata disestesia vulvare e “persistente disturbo dell’eccitazione genitale“. Tutto ciò è dovuto alla sua particolare sintomatologia.

Sintomi sindrome genitali senza riposo

I sintomi della sindrome dei genitali senza riposo coinvolgono la zona genitale e del bacino. Il primo di essi è una sensazione sgradevole che a seconda del presentarsi nei diversi momenti si manifesta come formicolio, palpitazione o pulsazione degli organi riproduttivi senza che vi sia desiderio sessuale. E’ un problema che colpisce in particolare le donne la cui sintomatologia tende ad aumentare quando le pazienti sono sedute o sdraiate.

Cause della sindrome genitali senza riposo

Le cause della sindrome dei genitali senza riposo non sono ancora molto chiare. Le ricerche eseguite sul tema hanno portato a pensare che alla base vi siano diversi meccanismi, tra i quali una storia famigliare di disturbo delle gambe senza riposo. Essi possono essere:

  • Ferro basso
  • Anomalie nella produzione di dopamina
  • Genetica
  • Insufficienza renale
  • Neuropatia
  • Mielopatia
  • Gravidanza
  • Sclerosi multipla
  • Morbo di Parkinson.

Cura sindrome genitali senza riposo

E’ il ginecologo che deve mettere a punto una cura per la sindrome dei genitali senza riposo. In base alla possibile casistica di solito si agisce prescrivendo degli antagonisti della dopamina, al pari di ciò che accade per la sindrome delle gambe senza riposo, insieme a Gabapentin, Levodopa e Pregabalin. Anche gli oppiacei sono un approccio spesso preso in considerazione dagli specialisti.

Fonte | NCBI

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