Qualche tempo fa l’Italia intera si è appassionata ad Antonio Cassano ed alla suo piccolo ictus ischemico causato dal cuore affetto dalla pervietà del forame ovale. Dopo essere stato operato per questo piccolo problema, il calciatore sta passando una serena convalescenza. Una storia proveniente dagli Stati Uniti ci insegna che come un cuore facile da riparare possa salvare la vita di una persona.
O come in questo caso di una bambina. Un cuore nelle stesse condizioni è stato infatti trapiantato nel petto di una bambina di 4 anni che attaccata ad una pompa cardiaca artificiale che ne assicurava la sopravvivenza rischiava di superare a malapena il Natale. Partiamo da un presupposto: la lista di attesa per un cuore di bambino è tre volte più lunga di quella di un adulto. E non di rado i piccoli affetti da patologie cardiache necessitanti di trapianto muoiono nell’attesa.
Quando nel reparto di cardiochirurgia pediatrica dell’Heart Center del Saint Louis Children’s Hospital è arrivata la notizia di un cuore disponibile, tutti hanno esultato di gioia. Ed il primario dell’unità non si è fatto problemi a mettere in campo tutta la sua maestria medica: al contrario dei medici degli altri ospedali, che avevano rifiutato il cuore per via della pervietà del forame ovale (che lo ricordiamo è una patologia di origine congenita, n.d.r.), il prof. Pirooz Eghtesady, lo ha accettato, riparato ed impiantato nella bambina. Una piccola la cui vita futura non sarà più funestata da problemi cardiaci.
Con molta probabilità si tratta del primo trapianto effettuato con un cuore affetto da PFO. Un fattore che apre davvero una nuova strada in materia di trapianti ed urgenza. Specialmente in campo pediatrico, dove recuperare un cuore è decisamente più difficile. A livello medico, un cuore affetto da PFO è stato quindi comparato per la prima volta ad un cuore sano. Basti pensare che vi sono persone che vivono una vita lunghissima ed in salute senza mai rendersi conto di avere questa malformazione.
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Fonte: Corriere della Sera