Il prossimo 28 settembre, presso la Camera dei Deputati a Roma, si terrà un incontro promosso dalla Fondazione ISAL, interlocutore tra i primari in Italia per ciò che riguarda la terapia del dolore, il punto della situazione sulla condizione del malato in Italia in termini di terapia volta a sostenerlo ed ad evitare una vita distrutta dal dolore cronico. All’incontro parteciperanno anche il ministro della salute Ferruccio Fazio e l’ex ministro Livia Turco.
Si tratta di un appuntamento molto importante sia per valutare il problema dal punto di vista del malato che quello degli operatori sanitari in tale ambito che, come purtroppo accade, per ampliare il proprio raggio di istruzione e ricerca sono costretti a lasciare il nostro paese. Ma cosa è la terapia del dolore? Facciamo un piccolo excursus della stessa per meglio spiegarla a chi non conosce cosa sia.
Quando parliamo di terapia del dolore parliamo scientificamente di algologia, ovvero l’approccio terapeutico agli stati di dolore del paziente. Si parte dal dolore fisico a quello “psicologico”. Quando parliamo di quest’ultimo, per farvi un esempio molto pratico, intendiamo quel dolore in realtà non esistente ma che il corpo percepisce, come nel caso di una amputazione: pur non essendoci più l’arto, la persona sente dolore.
Più comunemente si tratta del dolore derivante dalla cronicizzazione di una particolare patologia, o da un cancro. Solitamente ad adoperarsi in tale campo sono gli anestesisti, specialmente per ciò che riguarda strutture come gli hospice, dove il malato terminale viene ricoverato in modo tale che non soffra nei suoi ultimi giorni. Negli ultimi tempi questa branca della medicina sta interessando anche i medici di famiglia, sebbene con maggior lentezza.
In alcuni casi sono gli stessi a trattare con il paziente lo stato del dolore ed a decidere compatibilmente con lo stato di salute dello stesso una terapia del dolore adeguata a consentire alla persona una condizione di vita sufficientemente degna di questo nome senza comprometterne le capacità.
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