L’incredibile storia arriva dalla lontana Australia e riguarda Hajnal Ban, una consigliere comunale di Logan City di 31 anni la quale, 8 anni fa, ha voluto sottoporsi ad un’operazione rivoluzionaria. A causa della sua bassa statura, poco più di un metro e mezzo, la Ban si sentiva spesso a disagio, veniva presa in giro a scuola, e si sentiva come intrappolata nel suo corpo.
Così, all’età di 23 anni, la decisione: sottoporsi ad un intervento chirurgico per crescere di qualche centimetro. Così recatasi fino in Russia, nella clinica ortopedica Ilizarov di Kurgen, ha concesso di farsi letteralmente spezzare le gambe in quattro punti. Da quel momento in poi sono stati 9 mesi di sofferenza, in cui gli unici amici che ha avuto sono stati gli antidolorifici.
In questo lasso di tempo alla paziente veniva praticata una terapia che prevedeva l’allungamento della gamba di un millimetro al giorno, durante la calcificazione dell’osso. Dopo 9 mesi, la donna aveva guadagnato 8 cm arrivando a misurare un metro e sessantadue, ma a che prezzo. Anche perché dopo quasi un anno di degenza a letto, ha dovuto passare mesi d’inferno per la riabilitazione. Costo totale dell’operazione: l’equivalente di 21 mila euro.
Oggi Hajnal Ban è felice e non è pentita. Finalmente si sente in un corpo che più corrisponde a sè stessa. Il problema è il brutto ricordo che ha di quel periodo, e per questo non consiglia a nessuna giovane di fare la sua stessa esperienza. Questo genere di operazione infatti è di solito raccomandato ha chi ha problemi di malformazione ossea, e quindi per persone che non hanno scelta. Se invece una ragazza ha la possibilità di scegliere, è meglio evitare un tale travaglio, è solo una sofferenza inutile. Il suo racconto è oggi disponibile nel libro, pubblicato qualche anno fa sotto falso nome God Made Me Small, Surgery Made Me Tall (Dio mi fece bassa, l’intervento chirurgico mi ha fatta diventare alta), con un monito a non imitarla.