Essere disabile in Italia è come vivere costantemente su una montagna russa: scarsa assistenza, difficoltà nel raggiungimento dell’indipendenza, barriere architettoniche dovunque. Muoversi in libertà per un disabile fisico è la più grande sfida ed a sottolineare il concetto ci pensa una indagine presentata in questi giorni dall’Adiconsum.
Parliamo di “Persone speciali e risposte ai loro bisogni: la disabilità tra criticità e risorse”, realizzata dall’associazione di consumatori nell’ambito del progetto Grundtvig della Comunità europea. Mondo del lavoro, svaghi, ambiente: tutto equivale ad una sorta di corsa ad ostacoli. Come spiega Pietro Giordano, il segretario generale dell’Adiconsum:
Si tratta di un’indagine qualitativa unica nel suo genere . Mette in luce la realtà di “consumatori speciali”, protagonisti dei normali disservizi comuni a tutti i consumatori, ma aggravati dalla condizione di disabilità.
Per mettere a punto il quadro sono stati interpellate sia le associazioni di famigliari e persone con disabilità, sia gli operatori del settore. Uno dei problemi più grandi, è stato rivelato, riguarda il servizio dei trasporti, dove tra i dati ufficiali e gli ultimi dati raccolti vige una discrepanza enorme.
Secondo i dati raccolti dal ministero infatti solo il 3,6% dei disabili avrebbe difficoltà a spostarsi con il trasporto pubblico. Al contrario, sia che si parli di autobus, sia che si parli di stazioni, nella maggior parte dei casi per il paziente in carrozzella la possibilità di movimento è altamente limitata, con una grave ripercussione sul lavoro e sullo studio. Continua Giordano:
Sono ancora troppe le barriere architettoniche presenti nella maggior parte delle stazioni italiane. Anche quando ci sono gli ascensori per raggiungere i binari, spesso non funzionano; sui treni regionali capita ancora di trovare la sbarra posta al centro dei gradini di accesso. In città, poi, non sempre gli autisti sanno attivare le pedane per l’accesso all’autobus.
Ancor più grave la situazione per i non vedenti, per i quali l’ausilio acustico diventa sempre di più una chimera.
Il rapporto pone infine il punto sull’assistenza: carente, quasi in ogni contesto. Nella maggior parte dei casi il disabile, se vuole avere accesso allo studio o allo svago, deve poter contare su un famigliare o un amico, pena la totale mancanza di aiuto.
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Fonte: Corriere della Sera