I linfonodi ingrossati del collo, talvolta, possono essere la spia di alcune patologie, tra cui la mononucleosi, detta anche malattia del bacio per la sua trasmissibilità attraverso la saliva, e l’HIV (il virus dell’immunodeficienza umana). Nella maggior parte dei casi, però, l’ingrossamento dei linfonodi è il sintomo di un’infiammazione o un’infezione in corso.
I linfonodi, dei piccoli organi che si diramano raggiungendo tutte le parti del corpo trasportando la linfa, sono concentrati in alcune zone del corpo come il collo, la mandibola, le ascelle, l’inguine. L’ingrossamento dei linfonodi è dunque una risposta normale del sistema immunitario ad agenti estranei potenzialmente pericolosi, provenienti sia dall’esterno (batteri o virus) o dall’interno (cellule che diventano maligne).
Linfonodi ingrossati: mononucleosi
Talvolta la causa dei linfonodi ingrossati del collo è da ricercare nella mononucleosi, una patologia provocata dal virus di Epstein-Barr indicato anche con l’acronimo EBV (appartenente alla famiglia degli Herpes virus) e si presenta tra i 15 e i 25 anni. Viene chiamata la malattia del bacio perché si trasmette attraverso la saliva infetta.
La mononucleosi si manifesta con un periodo di malessere generale della durata variabile (da 2 a 5 giorni), che porta svogliatezza e inappetenza, a cui fa seguito la comparsa di linfonodi ingrossati ai lati del collo o all’angolo della mandibola, ma anche alle ascelle o all’inguine, mal di gola, con tonsille ingrossate, e febbre, che può durare anche a lungo (oltre 2 settimane). Anche la milza e il fegato in genere si presentano ingrossati e in alcuni casi sulla pelle compare un esantema. Per la diagnosi è necessario eseguire il monotest o la ricerca degli anticorpi specifici contro il virus che sono chiamati antiEBV. La terapia prevede l’uso del paracetamolo in caso di febbre e dolore.
Linfonodi ingrossati: HIV
In alcuni casi i linfonodi ingrossati, anche del collo, sono la spia dell’HIV, che prevede diversi stadi. L’iniziale periodo di incubazione, della durata di 2-4 settimane dal contagio, è privo di sintomi specifici, lo stadio di infezione acuta, invece, dura mediamente 28 giorni e si presenta con senso di malessere, febbre, ingrossamento dei linfonodi, dolori muscolari, faringite, manifestazioni cutanee e piccole piaghe in bocca e nell’esofago. La terza fase è di latenza, ovvero è asintomatica e può durare da 2 settimane a 20 e oltre, sino a quando sopraggiunge l’AIDS. Il test per rilevare un eventuale contagio da HIV è il test HIV Ab.
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