Quante mamme di bambini in età scolastica hanno combattuto con i pidocchi per mesi? Non ne troverete una capace di salvarsi da questa “epidemia” che almeno una volta nell’infanzia si trova a colpire il bambino. La pediculosi, questo il nome scientifico dell’attacco di questi parassiti, soffre ancora di credente popolari e rimedi sbagliati. Cerchiamo di fare un po’ più di chiarezza.
I pidocchi sono dei piccoli parassiti bianco-grigiastri che si insediano nel cuoio capelluto nutrendosi del sangue della persona. Attaccano i bambini, ma non disdegnano gli adulti che si trovano a contatto con loro. Come combatterli? In questo è di aiuto la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) che ha recentemente diffuso delle “istruzioni” volte all’abbattimento di questi parassiti.
Ci si può rendere facilmente conto della possibile presenza di pidocchi in base all’arrossamento del cuoio capelluto, con particolare concentrazione nella vicinanza delle orecchie e sulla nuca e dal prurito localizzato, specialmente nel corso delle ore notturne. Un pettine a denti fitti è l’ideale per verificarne la presenza. E se necessario, non è da disdegnare nemmeno l’utilizzo di una lente di ingrandimento.
Abbattiamo il primo pregiudizio: prendere i pidocchi non significa essere sporchi. Spesso e volentieri si verifica proprio il contrario: i capelli più colpiti sono quelli lavati di frequente. Senza contare poi che i pidocchi non “saltano” di testa in testa come popolarmente creduto: il contagio avviene direttamente o tramite oggetti infestati.
Altro mito da sfatare: le disinfestazioni in aula non sono utili. Questo perché il pidocchio, fuori dalla testa umana, non può sopravvivere più di 24 ore. Ed ancora più importante, difficilmente i pidocchi si prevengono o si curano solamente con l’utilizzo di semplici shampoo, anche se specifici. Le sostanze, per essere davvero efficaci, debbono rimanere a contatto con i capelli per qualche ora, se non tutta la notte.
Una volta scoperta la pediculosi ecco cosa bisogna fare:
1) Lavare a una temperatura superiore a 60°C indumenti, lenzuola, cuscini. Pettini, spazzole e fermagli debbono restare immersi per 1 ora in acqua molto calda e detersivo.
2) Conservare per 2 settimane in sacchetti di plastica gli oggetti che non possono essere lavati in acqua o a secco, per esempio giocattoli e peluche.
3) Il trattamento deve essere ripetuto dopo 7-10 giorni. Occorre cambiare tipologia di prodotto, dopo tre recidive dell’infestazione.
4) Al trattamento bisogna far seguire l’uso frequente di un pettine a denti fitti, soprattutto al fine di rimuovere le lendini [uova]. Non porta alcun vantaggio, invece, il taglio dei capelli.
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